Smartphone e fertilità, in una ricerca tutti i rischi per lui

Giovani social

Ormai è diventato quasi un prolungamento del nostro corpo, tanto da chiederci come facevamo prima dell’avvento dello smartphone. C’è addirittura un termine perfarci sospettare di essere scivolati in una forma di dipendenza: la nomofobia (‘no mobile phobia’). Ma attenzione: la tecnologia da una parte dà, dall’altra prende: sembra infatti che l’uso (o meglio l’abuso) di questo dispositivo influisca sulla qualità dello sperma e, dunque, sulla fertilità maschile. 

Ad accendere i riflettori sul problema sono i ricercatori dell’Università di Ginevra e dello Swiss Tropical and Public Health Institute (Swiss TPH), attraverso uno studio che copre più di un decennio di dati sugli effetti degli smartphone sulla qualità del seme dei giovani maschi.

Cosa sta accadendo alla fertilità

Negli ultimi tempo sono stati chiamati in causa vari fattori ambientali e relativi allo stile di vita per spiegare il declino della qualità dello sperma osservato negli ultimi cinquant’anni. Ma il ruolo degli smartphone doveva ancora essere dimostrato.

Secondo le stime il numero degli spermatozoi sarebbe sceso da una media di 99 milioni  per millilitro a 47 milioni per millilitro. Un fenomeno che sarebbe il risultato di una combinazione di fattori ambientali (interferenti endocrini, pesticidi, radiazioni) e abitudini di vita (dieta, alcol, stress, fumo).

Lo studio svizzero, pubblicato su ‘Fertility and ‘Sterility’ dimostra che l’uso frequente dei telefonini è associato a una minore concentrazione e al numero totale di spermatozoi (più basso). Non è stata rilevata invece alcuna associazione tra smartphone e bassa motilità o morfologia degli spermatozoi.

La qualità del seme

La qualità del seme è determinata dalla valutazione di parametri quali la concentrazione, il numero totale, la motilità e la morfologia degli spermatozoi. Secondo i valori stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in generale un uomo impiegherà più di un anno per concepire un bambino se la sua concentrazione di spermatozoi è inferiore a 15 milioni per millilitro. Inoltre, la percentuale di possibilità di gravidanza diminuirà se la concentrazione di spermatozoi è inferiore a 40 milioni per millilitro.

Il ruolo dello smartphone

Qual è in questo caso il ruolo del telefonino? Dopo aver condotto il primo studio nazionale (2019) sulla qualità dello sperma dei giovani in Svizzera, i ricercatori hanno analizzato i dati di 2.886 cittadini elvetici tra i 18 e i 22 anni, reclutati tra il 2005 e il 2018 in sei centri di leva militare.

Gli scienziati hanno studiato l‘associazione tra i parametri dello sperma e l’impego dello smartphone. “Gli uomini hanno compilato un questionario dettagliato relativo alle loro abitudini di vita, al loro stato di salute generale e più specificatamente alla frequenza con cui usavano il cellulare, nonché dove lo collocavano quando non lo usavano”, racconta Serge Nef, professore ordinario di del Dipartimento di Medicina genetica dell’ateneo che ha co-diretto lo studio.

I risultati

I dati hanno rivelato che c’è un’associazione tra l’uso frequente del dispositivo e la minore concentrazione di spermatozoi. La concentrazione media di spermatozoi era significativamente più alta nel gruppo di uomini che non usavano il telefono più di una volta alla settimana (56,5 milioni/ml) rispetto a quelli che usavano il telefono più di 20 volte al giorno (44,5 milioni/ml). Questa differenza corrisponde a una diminuzione del 21% nella concentrazione di sperma per gli utilizzatori frequenti (>20 volte al giorno).

Il 4G è meno dannoso del 2G?

Questa associazione inversa è risultata più pronunciata nel primo periodo di studio (2005-2007) ed è gradualmente diminuita nel tempo (2008-2011 e 2012-2018). “Una tendenza corrisponde al passaggio dal 2G al 3G e poi dal 3G al 4G, che ha portato ad una riduzione della potenza di trasmissione dei telefoni”, ha detto Martin Röösli, professore associato al TPH svizzero.

“Studi precedenti che valutavano la relazione tra l’uso dei telefoni cellulari e la qualità dello sperma sono stati condotti su un numero relativamente piccolo di individui, raramente considerando le informazioni sullo stile di vita, e sono stati soggetti a bias di selezione, poiché venivano reclutati in cliniche per la fertilità. Ciò ha portato a risultati inconcludenti”, ha evidenziato Rita Rahban, ricercatrice senior e prima autrice dello studio.

Non importa dove metti il telefono

Ora invece lo studio ha chiarito che un legame c’è. L’analisi mostra inoltre che tenere lo smartphone nella tasca dei pantaloni, come fanno in tanti, non è associato a parametri seminali inferiori. “Tuttavia il numero di persone che non tiene il telefono vicino al corpo è troppo piccolo in questo studio per trarre una conclusione davvero solida su questo punto specifico”, ha detto Rita Rahban.

Insomma, la cattiva notizia è che l’overdose di smartphone ha un impatto sulla fertitlità maschile, ma d’altra parte le tencologie più nuove sembrano meno dannose. Nell’attesa di ulteriori ricerche, forse faremmo bene a darci qualche limite in più.

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