Ambiente e web, quanto inquinano i cybernauti

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Mentre state leggendo questo articolo, la mente corre. E magari, sullo schermo dello smartphone, digitate senza nemmeno rendervene conto un termine che vi affascina, o piuttosto andate a ricercare il significato di una parola improvvisamente balzata alla mente. Il tutto, senza ovviamente pensare all’impatto ambientale di questo semplicissimo gesto, che magari si ripete molte volte ogni giorno. Ebbene, sappiate che una ricerca su Google può portare a generare più di due grammi di biossido di carbonio.

Riavvolgiamo il nastro. Siamo sul treno, e magari vogliamo distrarci con la visione di un episodio della nostra serie preferita in streaming. Viene difficile provare a monitorare questo semplice passatempo in termini di sostenibilità ambientale. Ma se guardiamo due episodi di circa 60 minuti l’uno, prepariamoci a ricordare che più o meno stiamo producendo emissioni quasi pari a un trasferimento in auto di qualche decina di minuti.

Esempi, si dirà. Ma si tratta di esempi interessanti per capire che il nostro essere costantemente connessi e attivi sul web, alla fine, può diventare pesante da sopportare per l’ambiente. Ed è importante tenerne conto. 

Sintesi: ogni anno il web e il digitale sono responsabili di circa 1,4 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 (appunto biossido di carbonio o anidride carbonica). Si tratta di una produzione pari quasi al doppio (3,7%) di quella generata dal traffico aereo (2%).

Ma se di quest’ultimo elemento abbiamo contezza, diventa più difficile pensare che ogni gigabyte di dati trasmesso su Internet produce fino a 1 chilogrammo di CO2. E che una semplice ricerca su Google, ad esempio, può generare oltre 2 grammi di CO2. Quindi, se si considera il fatto che ogni giorno vengono fatte circa 3,5 miliardi di ricerche sul web, significa che nel mondo vengono prodotte oltre 7.000 tonnellate di CO2 al giorno. 

A questo punto, si dirà, meglio riflettere su questo elemento. E prendere le opportune contromisure, anche in termini di sostenibilità digitale. Magari sfruttando le moderne tecnologie come l’AI.

Valutare, migliorare e certificare la carbon footprint e la sostenibilità digitale di un sito web per ottimizzare l’efficienza energetica, l’usabilità e la user experience, attraverso l’intelligenza artificiale e la tecnologia della Blockchain è l’obiettivo di Green Web Meter. La piattaforma si propone per chi vuole migliorare le proprie performance in linea con gli obiettivi aziendali e Esg, riducendo l’i impatto ambientale.

La Direttiva Europea 2022/2464 CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive, richiede infatti alle grandi aziende e alle Pmi quotate in borsa di redigere un bilancio di sostenibilità. Questo include la rendicontazione ESG per garantire la conformità ai requisiti di rendicontazione sostenibile.

Green Web Meter punta ad offrire un servizio in questo senso. La piattaforma, realizzata da Mariagrazia Abruzzese e Andrea Rosini e lanciata sul mercato da Zero Carbon Audit, permette alle aziende di valutare e certificare l’impronta ecologica dei propri siti web. Utilizzando algoritmi avanzati, Green Web Meter analizza ogni aspetto del sito web, dall’hosting ai contenuti multimediali, e fornisce una stima precisa delle emissioni di CO2.

Questa analisi dettagliata, insieme alle note metodologiche fornite, ha l’obiettivo di accompagnare le imprese in un percorso atto a migliorare la propria compliance web. Con un occhio di riguardo per la sostenibilità ambientale.

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