Pensioni di medici e infermieri, la norma cambia (ma non convince)

medici pensione

Lo sciopero dei medici porta a casa un risultato, anticipato dalle parole della premier Giorgia Meloni. La protesta dei giorni scorsi, infatti, ha riguardato anche la tanto contestata misura sulle pensioni degli operatori sanitari: ebbene, ora un nuovo emendamento alla manovra cambia le carte in tavola. Anche se la novità viene accolta tiepidamente dal settore.

L’emendamento

I diritti acquisiti sarebbero salvi fino al 31 dicembre di quest’anno per medici e infermieri (oltre che per ufficiali giudiziari e maestri) e la “stretta” sarebbe limitata ai pensionamenti anticipati (al di là dell’età anagrafica). Lo prevede, come riferisce l’Ansa, un emendamento alla Manovra in Commissione Bilancio.

Insomma, le pensioni di vecchiaia saranno escluse dalla stretta per medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari, ma saranno invece penalizzate quelle anticipate. In ogni caso non rientreranno nelle nuove disposizioni tutte le pensioni di coloro che maturano i requisiti entro il 2023.

Inoltre i dirigenti medici e sanitari del Servizio sanitario nazionale e gli infermieri potranno presentare domanda di autorizzazione per il trattenimento in servizio anche oltre il limite del quarantesimo anno di servizio effettivo e, comunque, non oltre il settantesimo anno di età, secondo quanto prevede un emendamento del governo alla manovra.

È prevista per tutte le pensioni anticipate una revisione delle finestre d’uscita che prevederebbe un posticipo della decorrenza di un mese se si maturano i requisiti nel 2025, di 2 mesi se si maturano nel 2026, di 4 mesi per chi li matura nel 2027 e di 6 mesi a partire dal 2028.

L’articolo 33 rivisto

Queste modifiche all’articolo 33 della manovra relative alle pensioni dei dipendenti pubblici, tra cui i medici e gli infermieri, garantiscono “un sostanziale e complessivo equilibrio” dei conti, secondo la relazione tecnica. Anche Inps e Inail possono autorizzare i propri medici al trattenimento in servizio fino ai 70 anni di età. Ma di questo tema avevamo in passato parlato parlato con i sindacati medici, che sottolineavano come la professione nel Ssn fosse gravata da un pesante burneout: chi vorrà trattenersi in servizio, alle prese con turni massacranti, dopo l’età della pensione? Insomma, un conto sono i docenti universitari, altro conto i professionisti in corsia.

La reazione del medici

La novità almeno per il momento non sembra convincere i camici bianchi. Resta infatti confermato lo sciopero del 18 dicembre, come pure le proteste minacciate per gennaio dai promotori dello sciopero del 5 dicembre.

Il 18 dicembre i medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari di Aaroi-Emac, Fassid (Federazione Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fvm e Cisl Medici bloccheranno tutte le prestazioni che sono funzionali, quindi indispensabili, per tutte le altre prestazioni ospedaliere e territoriali, comprese quelle della filiera alimentare. “I nostri appelli sono inascoltati da tempo. Non ci resta che fermarci. Sciopero di 24 ore il 18 dicembre”, affermano i sindacati.

Quanto ad Anaao Assomed e Cimo Fesmed, “siamo pronti a proclamare altre giornate di sciopero a gennaio 2024 – hanno sottolineato in una nota – Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate proseguiremo il percorso di mobilitazione, allargando il fronte della partecipazione, perché quello che oggi viene percepito come problema professionale venga avvertito anche come problema sociale, che riguarda non solo gli operatori della sanità, ma anche e soprattutto i cittadini”. La trattativa continua, senza passi indietro.

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