Covid in Italia, il doppio picco delle feste e il rebus mascherine

covid pioggia

I casi di Covid-19 continuano a crescere mentre gli italiani si preparano al Natale, e da Oltreoceano gli esperti tornano a consigliare le mascherine. Cosa ci aspetta allora nel periodo delle feste, che secondo gli esperti potrebbe coincidere con un doppio picco: di influenza e Sars-Cov-2? “Non vivremo quello che abbiamo sperimentato nei 2-3 anni precedenti. Indietro non si torna”.

Parola di Roberto Cauda, docente di Malattie Infettive all’Università Campus Bio-Medico e alla Cattolica di Roma, componente dello Scientific Advisory Group ‘Malattie Infettive’ dell’European Medicines Agency (Ema). Che sottolinea a Fortune Italia come i numeri reali siano “molto superiori” a quelli che vediamo nel bollettino settimanale. E che, per avere un’idea di cosa ci aspetta, è utile guardare alla storia. Ma vediamo intanto cosa hanno detto gli esperti americani.

L’invito a usare le mascherine

“Tornate a mettervi le mascherine”, ha raccomandato la direttrice dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), Mandy Cohen. In un video diffuso sui social in vista delle feste l’esperta, considerati i numeri di Covid-19, polmoniti e virus respiratorio sinciziale nel Paese, suggerisce di vaccinarsi contro Covid, RSV e polmonite se si hanno più di sessant’anni. Ma anche di evitare le persone malate, lavare spesso le mani, areare le stanze e usare una mascherina. Infine, chi ha sintomi respiratori dovrebbe fare un tampone, in modo da ricevere il trattamento giusto.

Il precedente della Spagnola

Che cosa sta accadendo? Il fatto è che “forse a depistare qualcuno è stato il pensiero che, una volta cessata la pandemia, tutto fosse finito. Ma non è così – puntualizza Cauda – Prendiamo l’esempio della Spagnola: come pandemia è finita nel 1920, ma il virus H1N1 ha circolato fino al 1956 quando è stato soppiantato da una nuova pandemia: l’Asiatica”. Per i Coronavirius questa è la prima pandemia, ma “dobbiamo tener conto del fatto che questo virus continuerà a circolare a lungo, mutando periodicamente per evadere la risposta immunitaria”.

Il virus non fa più paura

“C’è una scarsa attenzione nei confronti del virus – continua Cauda – e questo per tre ragioni: Sars-Cov-2 è mutato ed è meno aggressivo, la pandemia è finita e la gente non ne può più. Ecco allora che non si vaccinano nemmeno le persone che dovrebbero farlo, ovvero i fragili e gli anziani. E questo sta accadendo non solo in Italia”.

Vero è che l’infezione “tende a dare forme respiratorie che in alcuni casi ricordano un raffreddore: nella stragrande maggioranza delle persone il virus decorre in forma ‘benigna’, perchè incontra il muro dei tre vaccini” e magari anche della guarigione.

Ma perchè Covid circola ancora?

“Contrariamente al caso del vaccino per morbillo e polio, in cui quando si raggiunge l’immunità di gregge si protegge tutta la popolazione, quello contro Sars-Cov-2 non è sterilizzante, proprio come l’anti-influenzale: non impedisce la circolazione del virus. L’obiettivo resta, dunque, proteggere le persone che più di altre possono avere forme gravi di malattia”.

Anche chi si vaccina potrebbe infettarsi, “ma l’immunizzazione lo protegge, appunto, dalle forme gravi”. Ecco allora che diventa importante soprattutto tutelare le persone anziane, “che hanno spesso delle co-morbidità, insieme a quanti hanno patologie sottostanti. Inoltre gli anziani – ricorda l’esperto – possono avere anche un sistema immunitario meno vivace, per cui può essere importante ri-stimolarlo”. Il vaccino aggiornato non è ‘su misura’ per la variante Eris (o EG.5), attualmente dominante in Italia. “Ma le variazioni – assicura – non sono così importanti da renderlo inefficace”.

Il dato che non mente

Per avere il polso della diffusione di Covid-19 in Italia c’è un numero fondamentale da tenere d’occhio. “La mia percezione, come medico e docente di malattie infettive, è che il denominatore sia più vasto rispetto a quanto emerge. I casi aumentano e, di conseguenza, crescono anche le forme più grravi di Covid. Ma il dato che non mente è l’RT ospedaliero: ovvero il numero ricoveri. L’aumento c’è stato in queste settimane, ma è più contenuto rispetto a quello che ci sarebbe stato in passato”.

Mascherine e tamponi, che fare

Dunque come regolarsi nel periodo dei pranzi e delle riunioni in famiglia? “Per la popolazione generale non ravvedo pericoli gravi, se sono stati fatti i tre vaccini. Penso che i Cdc americani propongano l’uso delle mascherine come avevano fatto gli Ecdc, dunque soprattutto per chi ha contatti con fragili. Penso anche che sia improponibile un ritorno al passato – risponde Cauda – un po’ perché non ci sono le ragioni per farlo, un po’ perchè la popolazione non capirebbe”.

“Fare previsioni è difficilissimo – aggiunge – e le opinioni possono essere smentite, ma penso che verosimilmente ci sarà un doppio picco di Covid e influenza nelle feste (anche se in questo ultimo caso l’accettazione del vaccino è stata buona, al contrario di Sars-Cov-2)”.

Inoltre i dati segnalano che i più colpiti da Covid-19 attualmente sono proprio gli anziani. “Durante le festività, con le famiglie che si riuniscono, l’invito a chi ha un’affezione lieve di tipo respiratorio è quello di fare un tampone prima di vedere i nonni. Chi ha la febbre resti a casa, chi invece ha qualche sintomo sospetto può indossare la mascherina. Capisco che non sia facile – conclude il medico – ma ne abbiamo passate di peggio in questi anni”.

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