Eccezionale trapianto alle Molinette di Torino. A redere unico finora nel nostro Paese questo intervento, eseguito due giorni fa, le tecnologie impiegate per la preservazione e il trasporto degli organi da Cuneo non fermi in ghiaccio, ma mantenuti in vita al di fuori del corpo del donatore, anzi della donatrice, in una condizione molto simile a quella fisiologica. In pratica, il cuore è stato trasportato mentre batteva fuori dal corpo umano. A beneficiarne ben quattro pazienti. Ma vediamo meglio questa storia che proietta i trapianti nel futuro. E che ci mostra come un atto di generosità, unito ai progressi della medicina, possa fare davvero la differenza.
La donatrice
A donare cuore, fegato e reni all’ospedale di Cuneo una donna sessantaduenne della Valle Po, ricoverata a fine dicembre presso l’ospedale di Cuneo, ha donato i suoi organi dopo accertamento di morte con criteri cardiocircolatori.
L’équipe dell’ospedale Molinette di Torino, formata dalla dottoressa Marinella Zanierato e dal dottor Raffaele Potenza, ha lavorato con l’équipe rianimatoria di Cuneo, composta dalla dottoressa Federica Lombardo e dal dottor Domenico Vitale, guidati dal dottor Giuseppe Coletta. Dopo l’accertamento di morte, il cuore della donatrice è stato rivitalizzato da un’équipe composta da cardiochirurghi torinesi e cuneesi.
Il professor Massimo Boffini e la dottoressa Erika Simonato della Cardiochirurgia delle Molinette, con l’aiuto di Maurizio Roberto, direttore della Cardiochirurgia di Cuneo e del dottor Vincenzo Colucci sempre della Cardiochirurgia di Cuneo, hanno fatto ripartire il cuore. A questo punto Patrono ha preparato il fegato, mentre i reni sono stati isolati dall’équipe urologica dell’ospedale di Cuneo.
La perfusione
Per la tipologia di donazione e per la distanza da coprire, si è reso necessario utilizzare delle sofisticate macchine di perfusione capaci di impedire che gli organi si danneggiassero durante il trasporto. Il cuore è l’organo che più risente dell’assenza di sangue. Per questo motivo l’équipe di cardiochirurghi e cardioanestesisti torinesi ha posizionato il cuore nel sistema di perfusione ex-vivo OCS per poterlo trasportare in sicurezza fino a Torino, irrorato dal suo sangue mentre batteva fuori dal corpo umano.
Quattro vite cambiate
Una volta arrivato a Torino, l’organo è stato trapiantato con successo su un paziente affetto da una grave malattia cardiaca terminale dal professor Mauro Rinaldi (Direttore della Cardiochirurgia dell’ospedale Molinette) e dagli anestesisti del professor Luca Brazzi.
Il fegato è stato trasportato a Torino e trapiantato su una paziente affetta da cirrosi epatica complicata da epatocarcinoma da parte dei chirurghi dell’équipe del professor Renato Romagnoli e degli anestesisti del dottor Roberto Balagna.
I due reni sono stati trapiantati a due riceventi, iscritti in lista per trapianto presso il Centro Trapianto di Rene, diretto dal professor Luigi Biancone.
Insomma, organizzazione e tecnologia hanno permesso il trasporto sicuro di cuore e fegato mantenuti con un’attiva circolazione sanguigna al di fuori del corpo, consentendo quattro trapianti in pazienti gravemente malati. E restituendo loro una speranza nel futuro.