Disturbi alimentari: una novità da 10 mln e la reazione delle associazioni

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Non è passata sotto silenzio la protesta di associazioni e medici che si occupano di disturbi alimentari partita dai social e rilanciata dalla stampa. Dopo giorni di polemiche per i tagli al Fondo voluto dal Governo Draghi per contrastare i disturbi dell’alimentazione, il ministro della Salute Orazio Schillaci ne ha annunciato il rifinanziamento – almeno per il 2024 – attraverso un emendamento ad hoc al decreto Milleproroghe.

Basterà a placare la rabbia dei tanti pazienti e la delusione degli specialisti che si occupano di patologie che riguardano, secondo le stime, oltre tre milioni di italiani? Fortune Italia ne ha parlato con Aurora Caporossi, giovanissima founder dell’associazione Animenta ed Edoardo Mocini, medico dietologo e ricercatore presso l’Università di Roma La Sapienza. Come vedremo in seguito, le manifestazioni annunciate per domani sono confermate. Ma vediamo meglio in cosa consiste la novità annunciata dal titolare del dicastero di Lungotevere Ripa.

Le novità nel Milleproroghe

Schillaci ha annunciato al Question time risorse per 10 milioni di euro per il 2024 da destinare alla cura dei disturbi alimentari, aggiungendo che con l’aggiornamento dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) i pazienti potranno ricevere ulteriori prestazioni ambulatoriali in esenzione. Il Fondo precedente aveva una dotazione complessiva di 25 milioni di euro: 15 per il 2022 e 10 mln per il 2023.

Difficoltà a spendere

Ma come sono stati spesi questi soldi? Ecco, qui arriva un altro problema. Entro il 31 ottobre “le Regioni e Province autonome dovranno trasmettere una relazione di rendicontazione finanziaria. Per ora sono state presentate relazioni intermedie da cui risulta che le Regioni hanno impegnato il 59% e speso solo il 3% del finanziamento complessivo“, ha affermato il ministro, confermando così la difficoltà tipica del nostro Paese di spendere le risorse.

In attesa del nuovo nomenclatore tariffario e dell’aggiornamento dei Lea, atteso da tempo e previsto per il primo semestre 2024, “ho deciso – ha annunciato Schillaci – di mettere a disposizione del Fondo straordinario, pur in assenza di una completa rendicontazione da parte delle regioni, un fondo di 10 milioni di euro per il 2024“. Inoltre con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, programmata per  aprile, “gli assistiti potranno accedere a 16 nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale” da concedere in esenzione “per il monitoraggio e la prevenzione di complicanze collegate” ai disturbi alimentari, “che sommate alle precedenti diventeranno 32”.

L’analisi dello specialista

E allora? “Il Fondo per il sostegno alla lotta dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione implementato dal Governo Draghi ha dato una piccola boccata d’ossigeno a dei servizi in grandissimo affanno – sottolinea Edoardo Mocini – La decisione del parlamento e del Governo di non rinnovare con la finanziare il fondo era una catastrofe per i servizi e, di conseguenza, per i pazienti. I servizi al momento nel nostro Paese sono estremamente frammentati, disorganizzati e completamente assenti in alcune aree d’Italia”.

Anoressia, come è cambiata dopo la pandemia

“Inoltre spesso i servizi sono indirizzati a specifici disturbi alimentari, trascurando completamente altri, che per prevalenza sarebbero perfino maggiori rispetto ad anoressia e bulimia – puntualizza Mocini – Disturbi come il binge eating disorder faticano a trovare risposte nel servizio sanitario nazioanle e sono spesso misconosciuti e trattati erroneamente come ‘semplice’ obesità, un’altra patologia che necessità di cure e trattamenti diversi”.

E adesso? “L’annuncio dei 10 mln di euro per un anno è equivalente al Fondo precedente, ma è servito fare tutto questo rumore per ottenerlo. E poi il Fondo era già gravemente insufficiente: la toppa non è peggio del buco, ma non è una vera risposta. I Lea possono esserlo, ma vedremo come verranno applicati. Anche perché i Lea vengono spesso disattesi”, riflette l’esperto.

La reazione delle associazioni

Così forse non stupisce che tutto il Movimento Lilla confermi “le 28 manifestazioni indette per il 19 gennaio, pur accogliendo positivamente le dichiarazioni del ministro Schillaci. Ma il nostro obiettivo – precisa Aurora Caporossi – è  far sì che i disturbi alimentari non siano più una Cenerentola della sanità e siano dotati di un budget autonomo e vincolato nei Lea. È già presente una legge dello Stato ma serve un decreto attuativo che, a quanto pare, non riesce ad arrivare”.

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