Medici, scudo penale nel Milleproroghe come in pandemia

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L’avevamo scritto: qualcosa si muove sul fronte della colpa medica. Ebbene, nell’attesa della depenalizzazione dell’atto medico, una soluzione potrebbe arrivare dal Milleproroghe. “Occorre estendere lo scudo penale per i professionisti sanitari, già previsto durante la pandemia di Covid-19, correlandolo all’emergenza dovuta alla carenza di personale e alla scarsità dei mezzi a disposizione”.

La richiesta arriva nero su bianco dal presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, in una Memoria depositata presso le Commissioni Riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera sul ddl Milleproroghe.

Sanità e colpa medica, qualcosa si muove

Un obiettivo che potrebbe non essere così lontano. “Apprezziamo lo sforzo del Governo a inserire un provvedimento sullo scudo penale già nel decreto Milleproroghe in fase di conversione alla Camera – commenta il segretario generale di Fimmg, Silvestro Scotti, riferendosi alla richiesta che è stata avanzata nel documento presentato alle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera sul ddl di conversione del Milleproroghe – Intervenire quanto prima sulla questione è essenziale per iniziare ad arginare l’allontanamento dei medici dalle branche più a rischio, e in più in generare per iniziare a recuperare una fiducia nella professione ormai messa a dura prova da decenni di colpevolizzazione e tagli”.

Verso una soluzione definitiva

Il Disegno di Legge potrebbe essere, secondo Anelli, “la sede naturale per una estensione del campo di applicazione dell’articolo 3-bis della Legge 28 maggio 2021, n. 76”, che aveva introdotto una limitazione della responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario, circoscrivendo la punibilità alla colpa grave. In attesa di una soluzione definitiva che porti alla depenalizzazione dell’atto medico come in quasi tutti gli altri Paesi, per Fnomceo “le particolari condizioni di lavoro derivanti dalla carenza di personale, nonché dalla scarsità dei mezzi a disposizione, siano tali da dover sollevare i professionisti sanitari dalla responsabilità penale in tutti quei casi di morte o lesioni, eventualmente provocate ai pazienti, diversi dalla colpa grave”.

Attenzione: “Non si tratta di limitare il diritto dei cittadini a poter ottenere il giusto risarcimento per gli eventi avversi, quanto di ridare ai professionisti della salute quella serenità necessaria per affrontare problemi complessi”, precisa Anelli auspicando una norma di Legge che disciplini la materia.

“Ci aspettiamo ora che tutto questo si traduca in azioni concrete ed efficaci, che sfocino in un provvedimento lungamente atteso, che porti l’Italia al passo degli altri paesi europei, depenalizzando l’atto medico, fermo restando il diritto dei cittadini a un giusto e rapido risarcimento”, conclude il presidente dei medici italiani.

Un mare di cause

Sono 300mila le cause per presunta colpa medica che giacciono nei Tribunali italiani, con 35.600 nuove azioni legali intentate ogni anno. Ma forse il dato che colpisce di più è questo: il 97% delle cause penali finisce in un’assoluzione o archiviazione. Un tema importante, quello del business delle cause contro i ‘camici bianchi’, con pesanti conseguenze sulla vita professionale e privata del medico ingiustamente accusato. Che impatta anche su costi e performance del Ssn.

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