Covid crolla in Italia, i rischi dei 4 mln senza vaccino

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La frenata della pandemia da Covid-19 è ormai certificata: tutti gli indicatori del monitoraggio di Fondazione Gimbe sono in calo, anche se il numero dei morti non può non lasciare perplessi. Ma d’altra parte questa situazione ha chiaramente inciso sulla richiesta di vaccini: da un lato ci sono i 6,87 milioni totalmente scoperti, dei quali 2,86 milioni guariti (e protetti solo temporaneamente): quindi abbiamo un totale di 4 mln di over 12 senza immunizzazione. Dall’altra c’è il popolo dei titubanti, che rinvia terza o quarta dose in attesa dei vaccini adattati a Omicron, annunciati per l’autunno.

Ben 8,16 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 4,1 milioni di guariti che non possono riceverla nell’immediato.Mentre per la copertura con quarte dosi degli immunocompromessi le differenze regionali sono drammatiche (dal 5,6% del Molise al 100% del Piemonte) e lo stesso vale per gli altri fragili (dal 3,9% della Calabria al 30,5% del Piemonte). Insomma, gli appelli per la quarta dose alle persone vulnerabili sembrano ormai destinati a cadere nel vuoto.

Ma vediamo nei dettagli i risultati del monitoraggio: Fondazione Gimbe rileva nella settimana 18-24 maggio, rispetto alla precedente, una netta diminuzione di nuovi casi Covid (171.737 contro 243.932) e una flessione dei decessi (633 vs 763). In deciso calo anche i casi attualmente positivi (811.720 vs 967.401), le persone in isolamento domiciliare (805.173 vs 959.599), e soprattutto i ricoveri con sintomi (6.257 vs 7.465) e le terapie intensive (290 vs 337). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

Decessi: 633 (-17%), di cui 89 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -47 (-13,9%)
Ricoverati con sintomi: -1.208 (-16,2%)
Isolamento domiciliare: -154.426 (-16,1%)
Nuovi casi: 171.737 (-29,6%)
Casi attualmente positivi: -155.681 (-16,1%)


“I nuovi casi Covid settimanali continuano a scendere (-29,6% rispetto alla settimana precedente) – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – attestandosi intorno a quota 172 mila con una media mobile a 7 giorni di poco superiore ai 24 mila casi giornalieri”. E questo in tutte le Regioni: dal -2,5% della Sicilia al -38,4% del Veneto

Calano ancora i tamponi, mentre aumentano le reinfezioni. “L’avvento di Omicron a inizio dicembre 2021 – spiega Cartabellotta – ha fatto salire le reinfezioni dall’1% al 3%: successivamente le sue sotto-varianti, capaci di evadere la risposta immunitaria, hanno contribuito a raddoppiare il tasso di reinfezioni”.

Sul fronte degli ospedali le buone notizie arrivano da Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe: “Il numero dei posti letto occupati da pazienti Covid registra un’ulteriore flessione sia in terapia intensiva (-13,9%) che in area medica (-16,2%)”. In dettaglio, i posti letto occupati al 24 maggio sono 290 posti in area critica e 6.257 in area medica. Al 24 maggio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 9,7% in area medica (dal 5,8% del Veneto al 20,5% dell’Umbria) e del 3,1% in area critica (dallo 0% della Provincia Autonoma di Bolzano al 7,7% del Molise).

“Scende il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 24 ingressi/die rispetto ai 35 della settimana precedente”.

Insomma, se i dati Covid non possono che essere definiti positivi, per Gimbe resta pressante la questione vaccini. “In meno di un mese – puntualizza Cartabellotta – le persone candidate a ricevere subito la dose booster sono più che raddoppiate (da 1,83 milioni il 28 aprile a oltre 4 milioni il 25 maggio) in quanto trascorsi 120 giorni dal completamento del ciclo primario o dalla guarigione dopo il ciclo primario. In tal senso, considerato l’attuale stallo della campagna vaccinale, nelle prossime settimane aumenterà ulteriormente la popolazione suscettibile, vista la limitata efficacia della vaccinazione con due dosi nei confronti della variante Omicron”.

“Nonostante i ripetuti appelli della Fondazione Gimbe – conclude Cartabellotta – e la recente nota dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale, la somministrazione della quarta dose non solo non è decollata, ma i trend documentano una fase calante. Eppure, la riduzione dell’efficacia vaccinale nei confronti di Covid grave aumenta la mortalità nelle fasce più anziane della popolazione già vaccinate con tre dosi, mentre si consolidano le prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Peraltro, gli eccellenti risultati di alcune Regioni “virtuose” dimostrano che somministrare alle persone vulnerabili l’ulteriore booster a 120 giorni dalla terza dose è solo una questione organizzativa e di informazione alla popolazione. Perché rimandare all’autunno, confidando nell’arrivo dei “vaccini aggiornati” – conclude – è una scelta molto azzardata per le persone vulnerabili”.

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