NF24

Test sierologici, legittimo l’accordo tra Diasorin e Fondazione San Matteo

Covid
Aboca banner articolo

È legittimo l’accordo siglato lo scorso marzo da Diasorin e dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia per sviluppare innovativi test sierologici e molecolari per il Covid-19. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza con cui il Tar della Lombardia, a giugno, aveva azzerato l’intesa tra la multinazionale e il San Matteo.

 

A presentare ricorso contro l’accordo era stata TechnoGenetics, joint venture italo-cinese della diagnostica con sede a Lodi, che aveva anche presentato un esposto alla Consob, all’Anac e all’Antitrust. Il Tar aveva accolto le ragioni della società lodigiana, stabilendo che con l’intesa tra Diasorin e Fondazione San Matteo beni pubblici, quali i laboratori e l’expertise del San Matteo, erano stati messi al servizio di interessi privati, consentendo così a un particolare operatore economico, scelto senza il rispetto di alcuna procedura ad evidenza pubblica, di sviluppare un nuovo prodotto che sarebbe rimasto nella sua esclusiva disponibilità, anche commerciale. Un indebito vantaggio competitivo, con conseguente alterazione della concorrenza nel mercato, secondo i giudici del Tar che per questo motivo avevano anche disposto l’invio degli atti alla Corte dei conti.

 

Oggi il Consiglio di Stato, che già a luglio aveva sospeso la sentenza (e l’invio degli atti ai giudici contabili) su richiesta di Diasorin e del San Matteo, ha ribaltato il verdetto sancendo la legittimità dell’accordo in quanto, si legge nella sentenza, la validazione e l’eventuale sviluppo del progetto di ricerca privato, non ha carattere di esclusività rispetto ad altri possibili progetti scientifici di altri soggetti privati, rispondendo al fine istituzionale degli IRCSS di sostenere progetti di ricerca anche privati, e di validarli.

 

In particolare, i giudici della Terza sezione di Palazzo Spada hanno stabilito che non è possibile qualificare il rapporto giuridico tra la Fondazione e Diasorin come “concessione di bene pubblico”. Per il Consiglio di Stato non c’è neanche un problema di concorrenza perché in questo caso “a differenza del contratto di appalto e della concessione, strutturalmente non vi è una limitazione nella scelta dell’amministrazione ad un solo partner”, sottolineando che la ricerca è ‘aperta’.

 

“Abbiamo sempre ribadito la correttezza e la trasparenza del nostro operato e questa sentenza lo conferma. DiaSorin e il Policlinico San Matteo di Pavia sono due eccellenze a livello nazionale e internazionale che hanno sempre profuso tutte le loro energie per combattere l’attuale pandemia”, commenta Carlo Rosa, Ceo di DiaSorin. “Si tratta di una decisione di grande importanza per l’intero comparto della ricerca italiana, grazie alla quale è stata fatta chiarezza sulla collaborazione tra istituti pubblici e società private nell’esecuzione di sperimentazioni cliniche per migliorare la salute delle persone”.

 

In una nota TechnoGenetics fa sapere che “si riserva di valutare l’adozione di eventuali azioni legali presso le sedi europee predisposte” e ribadisce di aver agito “nell’interesse e nel rispetto della collettività affinché la condivisione delle risorse pubbliche torni ad essere patrimonio di tutti e venga eventualmente industrializzata secondo le regole attualmente già in vigore”. La contesa legale portata avanti in questi mesi, aggiunge l’azienda, “ha sempre puntato ad una corretta applicazione delle procedure previste dalle norme nel rispetto della concorrenza e dei cittadini tutti, e non ha mai voluto rappresentare uno scontro tra aziende come erroneamente percepito”.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.