Covid, le priorità di Draghi per far decollare l’operazione vaccini

Mario draghi con mascherina contro Covid
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Imparare dai Paesi “che si sono mossi più rapidamente di noi” per recuperare i ritardi nell’arrivo di dosi di vaccino contro Covid-19. E coinvolgere fin da subito anche le strutture private nella campagna vaccinale, “facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi, che dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati“. Mobilitando forze armate e Protezione civile. Sono i messaggi chiave del presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo discorso programmatico al Senato. “Le priorità per ripartire”, ha detto.

Quello di Draghi è un invito alla concretezza e alla rapidità, una sorta di ‘Whatever it Takes’ per l’uscita dalla pandemia. “Questa situazione di emergenza senza precedenti impone di imboccare, con decisione e rapidità, una strada di unità e di impegno comune”

“Gli scienziati in soli 12 mesi hanno fatto un miracolo: non era mai accaduto che si riuscisse a produrre un nuovo vaccino in meno di un anno. La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente”, chiarisce Draghi.

“Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private. Facendo tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati”.

E’ il momento di cambiare passo, chiarisce il premier, preoccupato dalle varianti di Covid-19. “La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”.

Ma questo è anche il momento di ripensare la sanità, puntando sul territorio e sfruttando le potenzialità della telemedicina. “Sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi – sostiene Draghi – dobbiamo aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale è rafforzare e ridisegnare la sanità territoriale, realizzando una forte rete di servizi di base (case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria). È questa la strada per rendere realmente esigibili i Livelli essenziali di assistenza e affidare agli ospedali le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative. La “casa come principale luogo di cura” è oggi possibile con la telemedicina, con l’assistenza domiciliare integrata“. Un tema, questo, caro anche al ministro della Salute Roberto Speranza.

Il guanto di sfida è lanciato, e nel mirino del premier non sembra esserci solo la pandemia di Covid-19, ma anche le resistenze che rischiano penalizzare la ripresa dell’Italia, tra ritardi e lentezze ormai insostenibili.

 

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