Ragazze e materie Stem, occhio alla classe

ragazze Stem
Aboca banner articolo

Le ragazze che amano le materie scientifiche sono capaci di ottenere risultati pari o superiori ai compagni maschi. Tuttavia, spesso rinunciano a intraprendere una carriera in uno dei campi “Stem” (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), come emerge da uno studio pubblicato sul British Journal of Sociology of Education. Ma come può accadere ciò?

In modo paradossale, sembra che ciò avvenga quando le ragazze appassionate di chimica, fisica e biologia frequentano una classe con molti compagni che condividono la stessa passione per le discipline scientifiche. Questo succede indipendentemente dal fatto che i compagni siano maschi o femmine.

Normalmente, ci si aspetterebbe il contrario: che un ambiente con molti coetanei appassionati di scienze rappresenti uno stimolo. Ma non è così. Le ragazze che amano la scienza, se si trovano in classi ricche di compagni altrettanto appassionati, non vedono un futuro soddisfacente in ambito scientifico.

Nello studio sono stati presi in esame adolescenti tedeschi amanti delle Stem, e solo il 17% di coloro che pensano di intraprendere una carriera legata a queste materie è femmina, mentre l’84% è maschio.

Tra le possibili spiegazioni proposte dai ricercatori, la più probabile è legata all’ansia da prestazione. In altre parole, le ragazze, nonostante siano consapevoli di essere altrettanto capaci dei ragazzi, vivono la competizione con timore. Al contrario, le convinzioni e le aspirazioni dei colleghi maschi vengono valorizzate.

Gli esperti sostengono che le adolescenti potrebbero essere vittime degli stereotipi negativi di genere che ancora oggi associano le carriere scientifiche al “sesso forte”, mentre si ritiene che le donne siano più adatte a professioni umanistiche.

Se trasferiamo questo quadro in Italia, purtroppo possiamo constatare che la situazione non è molto diversa.

Come ci ha detto Maria Chiara Carrozza dopo la sua nomina alla presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche, “i dati sulle iscrizioni all’università forniscono un quadro ambivalente: gli iscritti dell’anno accademico 2020-21 ai corsi di laurea in ambito tecnico-scientifico aumentano, per fortuna, ma la crescita tra le ragazze è troppo lenta. Al momento il nostro Paese conta il 24,7% di laureati Stem ma appena il 16,2% di laureate nella fascia 25-34 anni, percentuale con cui comunque siamo sopra al Regno Unito ma sotto a Francia, Spagna e Germania”.

Quindi, la domanda che si pongono i ricercatori e che ci poniamo anche noi è: come possiamo concretamente avvicinare le ragazze al mondo scientifico?

Anche in questo caso, le parole di Carrozza sono illuminanti: “Bisogna che tutto il Paese, i giovani in particolare e le donne senza eccezione, investano economicamente e culturalmente negli ambiti su cui bisogna puntare per il rilancio, tra cui quelli legati alle competenze scientifiche, digitali e tecnologiche sono fondamentali”.

Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale innescare un meccanismo virtuoso che aumenti il numero di donne impegnate in carriere scientifiche, partendo da quelle che scelgono di studiare queste discipline. I successi di queste donne devono essere resi noti.

In altre parole, ribaltare gli stereotipi di genere sarà possibile solo attraverso i modelli che saremo in grado di fornire alle nuove generazioni. In Italia, non mancano certo esempi. Oltre a Carrozza, pensiamo a Samanta Cristoforetti, pilota, ingegnere e astronauta, la prima donna italiana ad essere parte degli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, che presto tornerà nello spazio.

Oppure alla premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini e all’astrofisica Margherita Hack, solo per citarne alcune.

Tuttavia, forse gli esempi a cui le giovani scienziate italiane possono ispirarsi non sono ancora sufficienti, o forse non sono ancora in grado di comunicare con la stessa efficacia degli influencer presenti nelle storie di Instagram.

Ma qualcosa sta cambiando davvero. Un segnale dei tempi è il fatto che persino Barbie ha deciso di celebrare le donne che hanno superato le barriere, creando una bambola a immagine di Cristoforetti.

Chissà che presto anche le piattaforme come Facebook, TikTok e Instagram non scelgano di promuovere esempi positivi di donne brillanti nelle scienze.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.