Pharma, le richieste di Farmindustria a governo e istituzioni

Farmindustria Labio
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“Come associazione di categoria chiediamo alle istituzioni di realizzare nel nostro Paese le condizioni favorevoli all’investimento”. Non si nasconde dietro un dito il direttore generale di Farmindustria, Enrica Giorgetti, intervenendo all’inaugurazione del nuovo centro di ricerca e sviluppo Labio 4.0 di Alfasigma.

Le aziende del farmaco italiane rivendicano il proprio impegno, ma chiedono anche discontinuità rispetto al passato. Le parole della Dg di Farmindustria arrivano a valle del periodo più buio della pandemia, un anno e mezzo in cui il comparto del farmaco italiano si è distinto per resilienza e professionalità, facendo comprendere la sua importanza strategica, rimasta in sordina per molti anni.

“Sin dalle prime settimane dallo scoppio dell’emergenza sanitaria – ha rivendicato Giorgetti – siamo riusciti a chiedere e a ottenere, non senza difficoltà, il riconoscimento per legge del fatto che la farmaceutica fosse un comparto industriale strategico per la Nazione”, ha sottolineato il direttore generale di Farmindustria. Ricordando come questo riconoscimento consentì alle aziende della salute di “continuare a lavorare senza soluzione di continuità a benefico dei pazienti (che poterono continuare i propri trattamenti cronici e non, ndg) e dell’economia.

Il tutto in una situazione di estrema difficoltà, dal momento che non erano ancora state stilate le linee guida e i decreti sulla sicurezza dei lavoratori.
Hanno spaziato a quelle settimane buie i ricordi del direttore generale, che ha rammentato come ogni azienda riuscì comunque a trovare una soluzione adatta alle proprie caratteristiche per contemperare la continuità produttiva e la sicurezza degli operatori. Mantenendo anche costanti e tempestive relazioni con ospedali e amministrazioni pubbliche.

Oltre al fatto di essere riuscite, in molti casi, a riconvertire in tempi brevissimi alcuni impianti alla produzione di ciò che non si riusciva a reperire sul mercato, come il gel disinfettante. “L’industria del farmaco è questo, un’industria che non si arrende e collabora con le istituzioni. La sua cifra è quella della collaborazione. E penso che questo sia stato compreso dalle istituzioni stesse”, ha affermato senza mezzi termini.

Sostenendo con forza la richiesta di un contesto-Paese favorevole all’industria, come è già stato fatto da altre nazioni europee concorrenti dell’Italia o dagli Stati Uniti, “dove il governo ha investito davvero nella farmaceutica”, come testimoniano i vaccini oggi disponibili.

Ma a preoccupare Giorgetti è anche il contesto regolatorio, che “deve venire prima rispetto alla disponibilità dei finanziamenti”. “Abbiamo in gestazione un disegno di legge sulla concorrenza fortemente voluto dall’Antitrust. Dobbiamo far sì che sia riconosciuto il valore dell’innovazione e del brevetto. Istituzioni, ci dovete aiutare. Perché se in Italia non si ha la certezza di poter valorizzare il rischio connesso al processo della ricerca, non si va avanti. Per non parlare dei decreti sulla sperimentazione clinica, che derivano da una legge dell’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin. A distanza di anni non sono ancora stati pubblicati”.

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