Tumore al seno, ‘combo’ frena le forme metastatiche

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Una buona notizia dall’Esmo (Società Europea di Oncologia Medica 2021) contro il tumore al seno metastatico. Trastuzumab deruxtecan, l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato anti-HER2 di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, ha dimostrato di poter ottenere una sopravvivenza libera da progressione della malattia superiore rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1), attualmente approvato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattato con trastuzumab e taxano.

La ‘combo’ triplica la sopravvivenza mediana rispetto alla terapia standard e allunga la sopravvivenza complessiva mediana a quasi 30 mesi. I risultati positivi dello studio head-to-head di fase 3 Destiny-Breast03 sono stati presentati al Congresso Virtuale della Società Europea di Oncologia Medica 2021.

Ma di che numeri parliamo? In un’analisi ad interim trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia o di morte. Nell’analisi dell’endpoint secondario le pazienti con tumore al seno metastatico trattate con trastuzumab deruxtecan hanno ottenuto un miglioramento di tre volte e mezza maggiore. Quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive a un anno, ovvero il 94,1% rispetto all’85,9% dell’altro gruppo.

“Le pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2-positivo sottoposte a precedenti terapie, tipicamente vanno incontro a una progressione della malattia in meno di un anno, con i trattamenti anti-HER2 attualmente disponibili – ha spiegato Javier Cortés, capo dell’International Breast Cancer Center (IBCC) di Barcellona – Il grande e consistente beneficio riscontrato in tutti gli endpoint chiave di efficacia e nei sottogruppi di pazienti che hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan in Destiny-Breast03, sono notevoli e supportano il potenziale di trastuzumab deruxtecan di diventare il nuovo standard di cura per le pazienti precedentemente trattate per il carcinoma mammario metastatico HER2-positivo”.

“Il beneficio osservato è di un’entità mai riscontrata prima nel tumore al seno. Non solo cambierà lo standard di cura, ma dimostra l’enorme potenziale di questa classe di farmaci a target molecolare, le cui prospettive appaiono brillanti sia in termini di utilizzo in fase sempre più precoce, sia in termini di sviluppo di nuove molecole all’interno della stessa classe”, ha commentato Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo Mammella, Irccs Ospedale S. Raffaele di Milano, il centro che in Italia ha arruolato il maggior numero di pazienti nello studio Destiny Breast-03.

Nello studio il profilo di sicurezza relativamente agli eventi avversi più comuni è risultato in linea con gli studi clinici precedenti, senza nuovi segnali di sicurezza identificati. Gli eventi avversi più comuni di grado 3 o superiore sono stati neutropenia (19,1%), trombocitopenia (7,0%), leucopenia (6,6%), nausea (6,6%), anemia (5,8%), fatigue (5,1%), vomito (1,6%), aumento delle ALT (1,6%), inappetenza (1,2%), aumento delle AST (0,8%), diarrea (0,4%), alopecia (0,4%).

Complessivamente, il 10,5% delle pazienti ha avuto una malattia polmonare interstiziale o una polmonite correlata al trattamento.

“I primi dati di sopravvivenza mostrano che quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive dopo un anno, ed è un’indicazione positiva del potenziale di questo farmaco di trasformare lo scenario di trattamento del carcinoma metastatico HER2-positivo – ha dichiarato Ken Takeshita, capo globale del dipartimento Ricerca e Sviluppo di Daiichi Sankyo – Questi dati di riferimento costituiranno la base delle nostre argomentazioni presso le autorità sanitarie a livello internazionale, affinché le pazienti con tumore al seno metastatico HER2-positivo sottoposte a precedenti terapie abbiano la possibilità di avere trastuzumab deruxtecan come opzione di trattamento più efficace”.

“I risultati presentati qui al Congresso Esmo sono rivoluzionari. Nel trial trastuzumab deruxtecan ha triplicato la sopravvivenza libera da progressione, come hanno valutato dagli investigatori, e ha fornito un tasso di controllo della malattia superiore al 95% – fa commentato Susan Galbraith, vice presidente esecutivo del dipartimento di Ricerca e Sviluppo in Oncologia di AstraZeneca – Inoltre, in questo studio è risultato incoraggiante il profilo di sicurezza, senza alcun evento di malattia polmonare interstiziale di grado 4 o 5. Questi dati senza precedenti rappresentano un potenziale cambiamento di paradigma nel trattamento del carcinoma mammario metastatico HER2-positivo e mostrano il potenziale di trastuzumab deruxtecan di trasformare la vita di più pazienti nelle fasi più precoci del trattamento”.

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