Vaccino contro il tumore al seno, nuove prospettive

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La lotta al tumore al seno potrebbe presto avere una svolta. È la speranza dei ricercatori della Cleveland Clinic, che nei giorni scorsi hanno avviato il primo studio clinico per testare un vaccino per prevenire la forma più aggressiva e letale di cancro al seno: il carcinoma mammario triplo negativo.

Una neoplasia aggressiva e molto difficile da curare, che non ha caratteristiche biologiche che tipicamente rispondono a terapie ormonali o mirate, e che può essere prevenuta solo con la mastectomia.

Il cancro al seno triplo negativo rappresenta solo il 12-15% circa di tutti i tumori al seno, ma è quello con la media più alta di decessi e tasso di recidiva. Colpisce con il doppio delle probabilità le donne afroamericane e nel 70-80% le donne con mutazioni del gene Brca1. La classificazione “triplo negativo” indica infatti che le cellule cancerose non presentano nessuno dei tre recettori che solitamente sono presenti sulla superficie delle cellule di altri tumori della mammella, e che rappresentano i bersagli per le terapie ormonali o farmacologiche.

La sperimentazione coinvolgerà tra le 18 e le 24 pazienti che hanno completato il trattamento per il carcinoma mammario triplo negativo in stadio iniziale negli ultimi tre anni, e che sono attualmente prive di tumore ma ad alto rischio di recidiva.

Il vaccino si basa su una intuizione di Vincent Tuohy, immunologo presso il Lerner Research Institute della Cleveland Clinic, che nel 2010 ha avviato uno studio preclinico basato su un farmaco indirizzato contro la proteina alfa-lattoalbumina. Si tratta di una proteina di solito presente in caso di allattamento, ma che si trova in quantità elevate anche nella maggior parte dei carcinomi della mammella.

Il prototipo del vaccino si basava proprio su una stimolazione del sistema immunitario ad attivarsi contro le cellule che esprimono l’alfa-lattoalbumina. Lo studio preclinico ha dimostrato su modelli animali che l’attivazione del sistema immunitario contro la proteina era sicuro ed efficace nella prevenzione dei tumori al seno.

La ricerca ha anche scoperto che una singola vaccinazione potrebbe prevenire l’insorgenza di tumori al seno, inibendo anche la crescita di quelli già esistenti. Così, dopo 12 anni di test, la Fda ha finalmente dato il via libera alla sperimentazione clinica. Le partecipanti riceveranno tre vaccinazioni, ciascuna a distanza di due settimane. Lo studio dovrebbe essere completato nel settembre 2022.

I ricercatori prevedono che un successivo studio coinvolgerà donne sane ad alto rischio di sviluppare il cancro al seno, che hanno deciso preventivamente di sottoporsi a mastectomia bilaterale. “L’obiettivo a lungo termine di questa ricerca – spiega Vincent Tuohy – è determinare se questo vaccino può prevenire il cancro al seno prima che si manifesti, in particolare le forme più aggressive di questa malattia che predominano nelle donne ad alto rischio”.

La notizia è stata accolta con cauto ottimismo anche dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom): “Ci auguriamo tutti che questo possa essere il primo passo per avere dei risultati tangibili, che in sperimentazioni di questo tipo richiedono molto tempo per essere verificati – ci ha detto il presidente nazionale Giordano Beretta – Il percorso che porta alla stimolazione del sistema immunitario è la via giusta da perseguire, e confido che l’accelerazione che la ricerca ha avuto negli ultimi 10 anni posso avere delle ripercussioni positive in questo ambito”.

“Siamo ancora in una fase iniziale – sottolinea – prima che eventualmente diventi una pratica clinica ci vorrà del tempo e non possiamo illudere le persone dicendo che domani mattina avremo il vaccino contro il tumore della mammella. Tuttavia – conclude Beretta – dobbiamo cercare di essere ottimisti e mantenere viva questa speranza”.

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