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Idrogel made in Italy per svelare i segreti dei tumori

idrogel
Gilead

Da gamberi e mele una sorta di ‘culla’, per far crescere – e studiare – le cellule tumorali. Parla anche italiano la ricerca che ha sviluppato un gel ad elevato contenuto di acqua, dunque un idrogel, in grado di supportare la crescita a lungo termine di microtessuti del tumore colo-rettale.

Lo studio, condotto dall’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche di Lecce (Cnr-Nanotec), in collaborazione con l’Università di Maastricht, ha portato alla realizzazione di un modello tumorale in vitro che consentirà di muovere passi significativi verso la comprensione della complessità del tumore e lo sviluppo di trattamenti specifici per il paziente.

L’idrogel è altamente biomimetico, in grado di cambiare il suo stato fisico grazie all’aumento della temperatura dell’ambiente in cui si trova, e consente di studiare la crescita e lo sviluppo di tessuti tumorali in vitro. Potrà rivelarsi utile nel campo della sperimentazione dei farmaci e della medicina personalizzata.

I ricercatori hanno ottenuto l’idrogel attraverso la combinazione di due polimeri di origine naturale: il chitosano (proveniente dall’esoscheletro del gambero) e la pectina (un componente della mela). Il gel si presenta in forma di soluzione a temperatura ambiente e passa allo stato di gel aumentando con l’aumentare della temperatura al valore fisiologico di 37 gradi. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista ‘Carbohydrate Polymers’.

“Avere a disposizione materiali in grado di supportare la crescita di cellule tumorali per lungo tempo in strutture tridimensionali che ben mimano la matrice extracellulare dei tessuti biologici, è fondamentale per consentire di studiare i meccanismi che stanno alla base dello sviluppo di un tumore e arrivare a individuare terapie personalizzate sul paziente”, afferma Francesca Gervaso, ricercatrice del Cnr-Nanotec e autrice dello studio.

“Lo sviluppo di approcci e strumenti in vitro in grado di analizzare tessuti tumorali specifici, è diventato cruciale per ipotizzare nuove terapie di contrasto alla crescita tumorale”. Lo studio realizzato punta in questa direzione.

“Lo sviluppo di materiali altamente innovativi in grado di mimare le strutture biologiche sane e patologiche è uno dei nostri obiettivi primari”, aggiunge Giuseppe Gigli, direttore del Cnr-Nanotec e coordinatore del Tecnopolo per la medicina di precisone. Grazie a questi modelli “è possibile ricostruire in vitro microtessuti fisio-patologici che consentono di studiare i fenomeni che stanno alla base della genesi e della progressione di numerose patologie, compresi i tumori. In un prossimo futuro, riteniamo ragionevole ipotizzare che i modelli in vitro di tumore realizzati a partire da strutture tridimensionali biomimetiche, in combinazione con cellule provenienti dal paziente, possano costituire modelli fisiologicamente rilevanti per il test di farmaci prima della loro somministrazione sul paziente. Un passo sicuramente importante verso una medicina sempre più personalizzata”.

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