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Covid in Italia, aumentano incidenza e Rt. Nuove Regioni in giallo

Covid mascherine
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Il 2022 si aprirà con un’Italia decisamente più gialla. L’incidenza settimanale di Covid-19, infatti, a livello nazionale continua ad aumentare rapidamente, come testimoniano gli ultimi dati della Cabina di regia: 783 casi su 100.000 abitanti (24/12/2021 – 30/12/2021) contro 351 per 100.000 abitanti (17/12/2021 – 23/12/2021), dati flusso ministero Salute.

In aumento nel periodo 7 dicembre – 20 dicembre 2021, anche l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici: è stato pari a 1,18 (range 1,13 – 1,22), leggermente in aumento rispetto alla settimana precedente (quando era a 1,13) e ancora al di sopra della soglia epidemica. Stabile, ma ancora sopra la soglia epidemica, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,11 (1,07-1,13) al 20/12/2021 vs Rt = 1,11 (1,07-1,14) al 13/12/2021.

I dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità segnalano l’aumento dell tasso di occupazione Covid in terapia intensiva: è al 12,9% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 dicembre) contro il 10,7% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 23 dicembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 17,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 dicembre) contro il 13,9%.

Quanto al territorio, due Regioni sono classificate a rischio alto, 18 risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, sette sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020. Una è classificata a rischio basso. I numeri delle occupazioni dei letti ordinari e in terapia intensiva porteranno in giallo altre quattro Regioni dal 3 gennaio.

Alle sette già in giallo (Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, province autonome di Bolzano e Trento, Veneto) si aggiungeranno da lunedì Lombardia, Lazio, Piemonte e Sicilia.

In forte aumento anche il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (124.707 vs 62.669 della settimana precedente). Un dato che non stupisce dal momento che il tracciamento appare ‘saltato’ in molte aree. “La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (21% vs 27% la scorsa settimana)”, segnala infatti il report. È in aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 45%) e aumenta anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (31% vs 28%).

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