Ansia da Covid e scelte, il potere della condivisione

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Condivisione. Sembra essere questa la parola chiave per superare ansie, timori e vere e proprie psicosi legate alla pandemia da Covid-19. Abbiamo bisogno tutti di capire che in qualche modo le nostre scelte nella vita di tutti i giorni sono accettate e soprattutto comprese, con atteggiamenti simili, da chi ci vive intorno. Anche e soprattutto in un momento come questo, che da un lato ci propone ancora bollettini quotidiani di contagi Covid elevati, seppur in calo, e la conta dei decessi che rimane sempre difficile da accettare ma dall’altro ci sta predisponendo a un futuro che appare comunque meno cupo grazie alla disponibilità dei vaccini e alle caratteristiche della variante Omicron (sempre da temere e prevenire, sia chiaro) che appaiono meno “pesanti” sul fronte medico rispetto alle mutazioni precedenti di Sars-CoV-2.

In questa logica, quando prendiamo una decisione, abbiamo bisogno di sentire il supporto di chi è simile a noi. In questo modo rinforziamo la bontà delle nostre scelte, creandoci una sorta di “algoritmo” (parola forse abusata in questi tempi) psicologico che ci permette di indirizzarci verso una maggior fiducia.

A provare questo meccanismo è un’originale ricerca pubblicata addirittura su Pnas, la rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, condotta da alcuni esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit), nella città di Zhengzhou.

Lo studio ha voluto valutare l’impatto della percezione della condivisione di una scelta in termini di atteggiamenti futuri, sul fronte economico e dei consumi, partendo da una situazione temporale e pandemica simile a quella che stiamo vivendo. I test sono stati infatti realizzati nella primavera del 2020, quando la prima ondata di Covid-19 in Cina era agli sgoccioli.

Lo studio ha valutato proprio il peso dei segnali sociali nelle nostre scelte, prima tra tutte quella di andare al ristorante per una serata con familiari o amici, e quanto sapere che semplici conoscenti hanno optato o meno per questo momento di compagnia a tavola possa influire sulle nostre opinioni.

I risultati sono davvero interessanti. Se abbiamo la percezione che le attività sono vicine alla ripresa, e andare a cena fuori è sicuramente una di queste, anche noi siamo maggiormente portati ad uscire e metterci a tavola al ristorante, anche sapendo che potrebbero esserci molte persone. E sono l’ambiente e le informazioni che percepiamo a guidarci nella scelta: la sensazione che chi è simile a noi faccia una certa scelta in qualche modo ci fa ritenere più sicura anche la nostra.

Lo studio lo mostra chiaramente: quando le persone intervistate, poco più di 600 nello studio, hanno avuto l’informazione che i vicini andavano al ristorante, il 37% di loro ha deciso di andare a cena fuori. Tra chi invece non aveva questo dato, la percentuale di soggetti che hanno scelto di andare al ristorante è scesa al 25%.

Come si è arrivati a questa situazione? Oltre a monitorare gli spostamenti attraverso una App specifica, a metà della popolazione in studio è stata comunicata la percentuale effettiva dei loro vicini che avevano in programma di cenare fuori in un dato fine settimana, il tipo di fatto che gli scienziati sociali chiamano “norma descrittiva”.

Questa percentuale è stata ricavata da un’indagine separata condotta nella stessa località. Confrontando le attività del fine settimana dei due gruppi, i ricercatori hanno quindi scoperto che le persone che hanno appreso che la percentuale reale di vicini che cenano fuori andrebbe, a sua volta, al ristorante molto più spesso, secondo le percentuali sopracitate.

In pratica, la percezione del rischio Covid è scesa sapendo che anche i vicini facevano una scelta simile. Ovviamente, in questo senso, anche le dinamiche dei social network possono aiutarci a fare scelte economiche e sociali maggiormente “aperturistiche”, ma soprattutto il principio di condivisione ci può aiutare molto quando ci troviamo ad individuare i nostri atteggiamenti futuri. Guardando gli altri, se c’è ottimismo e voglia di aumentare le nostre attività accrescendo gli spazi sociali, possiamo trovare uno specchio in cui rifletterci. Ed andare avanti con maggior ottimismo.

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