Calo vaccinazioni di routine, in Usa perse 37 mln di dosi

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Oltre ad aver congestionato le strutture sanitarie, la pandemia ha cannibalizzato anche i programmi di vaccinazione, inevitabilmente impegnati nella lotta alla Covid-19. La corsa alla vaccinazione contro il coronavirus ha però determinato un brusco calo dei programmi vaccinali di routine per le altre malattie, come influenza, polmonite pneumococcica e infezione da papilloma virus (Hpv).

A lanciare l’allarme è un’analisi condotta per Gsk dalla società di consulenza aziendale sanitaria Avalere Health, dalla quale emerge un dato allarmante: negli Stati Uniti adulti e adolescenti avrebbero saltato più di 37 milioni di dosi di vaccini raccomandati tra gennaio 2020 e luglio 2021. E la situazione oggi non sembra in miglioramento: secondo le ultime evidenze che si basano sui dati dei sinistri degli assicuratori commerciali Medicare e Medicaid, le richieste mensili di vaccinazioni sono ancora in calo, in media del 32% per gli adulti e del 36% per gli adolescenti.

Dall’indagine emerge che, sebbene i tassi di vaccinazione siano aumentati nell’autunno del 2020 grazie all’aumento dei vaccini antinfluenzali, e di nuovo nel marzo 2021, quando molte scuole hanno iniziato a riaprire, sono rimaste al di sotto dei livelli pre pandemia fino alla prima metà del 2021. I dati mostrano che gli adolescenti tra 7 e 18 anni hanno mancato circa 10 milioni di dosi di vaccino tra gennaio 2020 e luglio 2021, mentre gli adulti ne hanno mancate circa 27 milioni.

Leonard Friedland, vicepresidente e direttore degli affari scientifici e della salute pubblica per la divisione vaccini di Gsk ha affermato che il report è stato condiviso con medici, associazioni scientifiche e agenzie di salute pubblica come i Centers for Disease Control and Prevention e il Department of Health and Human Services, nella speranza che una maggiore consapevolezza possa colmare questo divario.

Oltre che per le mancate vaccinazioni, i funzionari sanitari sono preoccupati anche per le interruzioni in altri tipi di assistenza sanitaria preventiva di routine, come gli screening del cancro, ancora di molto al di sotto dei livelli pre pandemia. Per correre ai ripari, funzionari della sanità pubblica e produttori di vaccini hanno anche richiamato l’attenzione sul problema con campagne di sensibilizzazione, per far sì che le vaccinazioni di routine siano viste dai pazienti come una parte normale della salute e del benessere generale insieme alla dieta e all’esercizio fisico.

“Medici e pazienti dovrebbero discutere di questo a ogni appuntamento – sottolinea Friedland – Sarebbe importante che l’operatore sanitario dicesse: ‘Sei qui oggi per il tuo vaccino antinfluenzale? Hai più di 50 anni? Controlliamo i tuoi dati. Se non hai ancora i vaccini raccomandati contro l’herpes zoster o quello contro la polmonite, facciamo anche questi”.

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