Quasi esauriti: il burnout di medici e infermieri

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Fra medici e infermieri italiani il burnout è una realtà sempre più diffusa. I numeri del problema  e l’effetto pandemia. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022

La sensazione è quella di essere attaccati a una bombola di ossigeno con il gas che sta per terminare. È l’immagine che descrive la situazione in cui si trovano oggi gli operatori della sanità che lavorano in ospedale, a valle dei due anni di pandemia che li ha letteralmente travolti. Con forti ripercussioni sull’integrità psico-fisica. Sono arrivati al capolinea, e quello che in gergo si chiama ‘burnout’, esaurimento, è una realtà sempre più diffusa. Lo dichiarano un po’ tutte le sigle che rappresentano medici e infermieri. Che evidenziano come la pandemia non abbia fatto altro che scoperchiare il vaso di Pandora.

Medicina sotto stress

Anaao Assomed aveva denunciato come nel 2019, stando ai dati del conto annuale del Tesoro, il 2,9% dei medici ospedalieri avesse dato le dimissioni in ottica di prepensionamento o di passaggio alla sanità privata. Un trend che negli ultimi 10 anni ha portato a un aumento dell’81% dei licenziamenti volontari, con un picco negli ultimi tre. “La situazione è a tratti drammatica”, racconta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “I medici cercano il prepensionamento sia negli ospedali, soprattutto nei reparti di Pronto soccorso che in quelli di Emergenza-Urgenza, sia sul territorio”.

Lavorare nella sanità pubblica non è più considerato un obiettivo di carriera. Perché non significa più essere riconosciuti come alfieri della salute, ma semplicemente trovarsi in trincea in condizioni sempre più dure e poco gratificanti, dal punto di vista professionale e personale. Intervistando 2.290 medici e dirigenti del Ssn, a maggio 2021 Anaao Assomed fotografava una situazione al limite. L’impatto della pandemia sull’attività lavorativa è stato giudicato elevato dal 47% e drammatico dal 19,8% dei camici bianchi dell’area medica. Analoghe percentuali per i medici delle dell’area dei servizi (34,7% e 52,3%). Nel mirino lo stress lavorativo, che il 56,7% dei medici ospedalieri giudicava medio, a fronte di un 41% per il quale era massimo. Anche perché, per far fronte alla pandemia e alla cronica carenza di personale, i sanitari hanno dovuto effettuare moltissimi straordinari, spesso non pagati, senza poter usufruire di periodi di riposo.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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