Felici per un acquisto? Ecco perché

acquisto o risparmio
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Un paio di boxer al mercato, una camicia di marca, un orologio prestigioso o un gioiello, un’utilitaria o una cabrio di lusso. Per essere felici dopo aver comprato, non conta quanto si spende e nemmeno ha importanza ciò che ci acquista. Ciò che conta, per essere davvero soddisfatti e felici dopo aver comprato qualcosa, è sapere di poterlo fare senza avere uno “stress” legato alle disponibilità finanziare.

La felicità di un acquisto non sarebbe insomma legata al valore dell’oggetto ma a come viene percepito in termini di impatto sulle finanze personali. Non ci credete? Pensate che, a prescindere dall’effettivo valore dell’oggetto, le recensioni di chi ha acquistato con un budget comunque risicato rispetto alle disponibilità tendono ad essere più facilmente improntate alla negatività.

In pratica, chi fa un passo leggermente più lungo della gamba non trarrebbe il giusto piacere dal possesso di un bene acquistato, impattando negativamente anche sulla stessa immagine dell’oggetto in termini di condivisione di esperienza. E lanciare questa ipotesi, proponendo anche una particolare attenzione ai commenti da parte delle aziende, è un’originale ricerca sulla felicità legata agli acquisti. A condurla sono stati gli studiosi della Fuqua School of Business della Duke University, che hanno presentato i risultati di diverse analisi su questa tematica su Journal of Consumer Research.

Come agisce una situazione finanziaria non proprio rosea quando decidiamo di comprare qualcosa per noi o di fare un regalo? Stando a quanto riporta l’indagine, il problema sarebbe legato alla possibilità di un diverso utilizzo dell’investimento effettuato per coprire il costo del bene. Nel momento in cui ci si pone la domanda: “Cosa avrei potuto fare con quei soldi”, purtroppo la frittata, sul fronte psicologico e del piacere indotto dall’acquisto, è fatta.

Insomma: non conta cosa si compra, ma quanto ci costa in relazione al budget sostenibile. Soprattutto in un momento complesso come questo, con le emergenze sanitarie e belliche che stiamo vivendo e la crescita esponenziale dei prezzi di gas, elettricità carburanti ed altro, la soddisfazione per un acquisto rischia di diventare una sorta di “chimera”.

Ma non basta. Purtroppo, questo approccio psicologico, che può ovviamente variare da persona a persona, ha un impatto anche sull’immagine dei beni. L’analisi condotta dagli studiosi infatti ha compreso ad esempio le recensioni dei ristoranti, considerando ben 850 strutture in 15 diverse città. Poi, incrociando i dati raccolti con quelli dei codici postali, hanno correlato queste valutazioni con le persone che non si sentivano in condizioni economiche ottimali. Risultato: nelle aree in cui era più forte la stretta della scarsa disponibilità finanziaria le recensioni sono state mediamente peggiori.

Come aiutare gli acquisti “felici” in un periodo di oggettive difficoltà finanziarie come questo? Gli esperti provano ad offrire una soluzione in grado di migliorare la “soddisfazione” se non proprio la gioia dell’acquisto, per chi si trova in un momento di scarse disponibilità economiche.

Occorre studiare e mettere in atto strumenti che siano in grado di far percepire il valore dell’oggetto in commercio e soprattutto occorre creare la giusta consapevolezza del bisogno e del piacere di possedere una determinata cosa. A prescindere dal suo costo. Così c’è modo di pianificare le spese, scegliere con oculatezza e sentirsi un po’ più sereni, se non proprio felici, dopo aver acquistato un bene.

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