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Covid corre al Sud, in aumento casi e ricoveri in Italia

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Ci risiamo: i casi di Covid-19 in Italia sono tornati a crescere. Nell’ultima settimana l’ultimo report di Fondazione Gimbe segnala ben mezzo milione di contagi (+32,4%), con il virus che corre in particolare al Sud (+42,4%). Aumentano anche i ricoveri ordinari (+5,9%), mentre frena la discesa delle terapie intensive. In questo quadro, non certo rassicurante, la campagna vaccinale registra una fase di stanca: molti italiani hanno rinunciato al booster e sono poche anche le immunizzazioni fra i più piccoli.

Gli esperti Gimbe segnalano in particolare lo zoccolo duro dei non vaccinati: 6,96 milioni, di cui 2,35 milioni di guariti protetti solo temporaneamente e 4,51 attualmente vaccinabili.

Ma se ormai lo stato di emergenza è agli sgoccioli, non è lo stesso per la pandemia: basta guardare il numero quotidiano dei decessi (solo ieri 153), ecco perché dalla Fondazione di Nino Cartabellotta arriva l’invito a sostenere la campagna vaccinale, per “non compromettere la roadmap delle riaperture” ormai all’orizzonte.

Ma vediamo nei dettagli i dati del monitoraggio: nella settimana 16-22 marzo si rileva un netto incremento dei nuovi casi (502.773), con un picco al Meridione. Salgono i ricoveri Covid in area medica (+496) ma calano, anche se in misura minore rispetto alla scorsa settimana, i pazienti in terapia intensiva (-47). Una buona notizia arriva sul fronte dei decessi, che diminuiscono. Rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 924 (-5,3%), di cui 83 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -47 (-9,4%)
Ricoverati con sintomi: +496 (+5,9%)
Isolamento domiciliare: +164.034 (+16%)
Nuovi casi: 502.773 (+32,4%)
Casi attualmente positivi: +164.483 (+15,9%).

Per la seconda settimana consecutiva “sono in netto aumento i nuovi casi settimanali, che salgono intorno a quota 500 mila, con un incremento del 32,4% e una media mobile a 7 giorni che passa da circa 54 mila casi del 15 marzo a quasi 72 mila il 22 marzo (+24,4%)”, precisa Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

Nella settimana 16-22 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni: dal 51,6% della Puglia al +17,1% dell’Umbria. Fa eccezione la Provincia Autonoma di Bolzano, sostanzialmente stabile (-0,6%). Come anticipato, l’incremento più rilevante rispetto alla settimana precedente si registra nelle Regioni del Sud (+42,2%), mentre quello minore riguarda le isole (+17,7%). Nelle Regioni del nord-ovest, del nord-est e del centro i valori si attestano intorno al 30%: rispettivamente +33,3%, +31,9% e +29,7%.

In tutte le Province, eccetto quella di Bolzano, si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Salgono da 17 a 38 le Province con incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti: Lecce (2.062), Messina (1.629), Perugia (1.587), Terni (1.507), Fermo (1.474), Avellino (1.458), Crotone (1.395), Agrigento (1.390), Ascoli Piceno (1.382), Reggio di Calabria (1.382), Vibo Valentia (1.375), Siena (1.373), Grosseto (1.338), Rieti (1.336), Teramo (1.313), Lucca (1.298), Bari (1.281), Ragusa (1.248), Benevento (1.244), Brindisi (1.242), Caltanissetta (1.224), Latina (1.178), Matera (1.177), Frosinone (1.172), Sassari (1.133), Ancona (1.130), Potenza (1.111), Oristano (1.109), Macerata (1.105), Massa Carrara (1.080), Livorno (1.078), Arezzo (1.073), L’Aquila (1.064), Caserta (1.062), Foggia (1.055), Trapani (1.035), Enna (1.020) e Viterbo (1.001).

Tornano a crescere i tamponi totali (+12,9%), mentre la media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari sale dall’11,3% al 13,4%, mentre quella degli antigenici rapidi dal 13,9% al 16,3%.

In questo quadro, che ha fatto parlare alcuni esperti di quinta ondata, dagli ospedali non arrivano solo cattive notizie. Secondo Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe, infatti, “si rileva un’ulteriore riduzione dei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva (-9,4%), mentre l’incremento dei nuovi casi ha determinato un’inversione di tendenza nei ricoveri in area medica (+5,9%)”.

Al 22 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13,8% in area medica e del 4,8% in area critica. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che tocca quota 34%; nessuna Regione va oltre la soglia del 10% in terapia intensiva.

E’ “stabile rispetto alla scorsa settimana – puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – il numero degli ingressi giornalieri in terapia intensiva: la media mobile a 7 giorni si attesta infatti a 42 ingressi/die rispetto ai 41 della settimana precedente”.

Ancora in calo i decessi, anche se in misura minore rispetto alle settimane precedenti: 924 negli ultimi 7 giorni (di cui 83 riferiti a periodi precedenti), con una media di 132 al giorno rispetto ai 139 della settimana precedente.

Sul fronte vaccini nella settimana 16-22 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi immunizzati: 18.296 rispetto ai 23.895 della settimana precedente (-23,4%). Di questi il 21,4% è rappresentato dalla fascia 5-11: 3.907, con un calo del 16,6% rispetto alla settimana precedente. Nonostante l’obbligo vaccinale e l’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 4.031 (-37,9% rispetto alla settimana precedente).

“Tutti i dati dimostrano che la campagna vaccinale è ormai in una fase di stallo – sottolinea Cartabellotta – nonostante vi siano attualmente oltre 4,5 milioni di persone vaccinabili con prima dose e 2,5 milioni con dose booster. I tassi di copertura vaccinali, infatti, nell’ultimo mese hanno registrato incrementi davvero esigui. Le coperture con almeno una dose segnano un misero +0,2 passando da 85,4% a 85,6%; quelle con ciclo completo sono cresciute di un solo punto percentuale passando da 82,9% a 83,9%). Anche le coperture delle terze e quarte dosi procedono a rilento con, rispettivamente, incrementi pari a 3,5 e 6 punti percentuali (rispettivamente 80,5% vs 84% e 0% vs 6%) nonostante l’inizio più tardivo e la considerevole platea vaccinabile”.

“I dati – precisa Cartabellotta – indicano che siamo in una fase di netta ripresa della circolazione virale, seppur eterogenea nelle varie aree del Paese: oltre 1,2 milioni di mila persone attualmente positive, una media di quasi 72 mila nuovi casi al giorno e un tasso di positività che ha raggiunto il 15,2%. L’aumento dei contagi si riflette sull’incremento dei ricoveri in area medica e frena la discesa di terapie intensive e decessi. Per evitare che il rialzo dei casi dia il via ad una quinta ondata, il cui impatto sui servizi ospedalieri potrebbe compromettere la roadmap prevista dal decreto riaperture, è indispensabile imprimere una nuova spinta alla campagna vaccinale in stallo ormai da tempo”.

In che modo? Per Cartabellotta la priorità è “aumentare coperture vaccinali e terze dosi, in particolare negli over 50, e accelerare con le quarte dosi negli immunodepressi”. Ma anche, “ovviamente, prestare la massima attenzione ai comportamenti individuali, in particolare continuando a utilizzare le mascherine al chiuso”.

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