Covid, la curva piega e l’Italia riapre (ma ancora tanti morti)

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Mentre gli ultimi numeri segnalano l’inizio della fase di decrescita dell’ultima fiammata di Covid-19, l’Italia tornata tutta bianca e si prepara alla fine dello stato di emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati 30.629 i nuovi casi, con 144 morti, a fronte di 317.784 tamponi (e un tasso di positività al 9,6%). Numeri in discesa, come al solito nel fine settimana, ma già da qualche giorno gli esperti segnalavano un rallentamento della corsa della variante Omicron.

“La curva inizia a piegare – aveva detto il presidente dell’Iss (Istituto superiore di sanità) Silvio Brusaferro, intervenendo al convegno ‘Due anni in trincea’, a Firenze – ed è un dato positivo. Il dato europeo ci dice che siamo tutti collegati e grosse differenze non ce ne sono. E questo – ha auspicato il presidente – sottolinea la necessità di un coordinamento” a livello europeo.

L’Italia continua, dunque, con le riaperture. Anche se all’insegna della consueta prudenza. E si apre il caso della ‘quarantena’ dei contagiati. Il decreto che contiene le ultime misure su Covid-19, in vigore dal 1 aprile, prevede che i positivi possano uscire dalla quarantena con un tampone negativo, senza citare un numero minimo di giorni. Ma il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiarisce che per uscire dall’isolamento, se si è
vaccinati, si attenderanno comunque non meno di 7 giorni, mentre se non si è vaccinati o se l’ultima dose risale a oltre quattro mesi, non meno di 10 giorni, riporta il ‘Corriere della Sera’. Speranza avrebbe deciso di produrre una circolare ad hoc sui giorni di isolamento ancora necessari.

Dal 1 aprile resta la mascherina al chiuso, ma non si dovrà più esibire il green pass per entrare nei negozi e sui mezzi di trasporto. Gli stadi tornano a capienza piena. Gli over 50 non dovranno più avere il cosiddetto Green pass rafforzato, ma sarà sufficiente fino al 30 aprile il green pass base. E non ci sarà più la sospensione dal lavoro. Dal prossimo mese diremo infine addio alla colorazione delle Regioni.

Mentre le vittime di Covid dall’inizio della pandemia in Italia sono arrivate a quota 154.560, un monito a non pensare che sia tutto finito arriva dagli Ordini dei medici. “Dal 24 febbraio, giorno di inizio del conflitto in Ucraina, ad oggi abbiamo superato la soglia dei 5000 morti per Covid: con i dati odierni arriviamo a 5.018 nuovi decessi. Non dobbiamo dimenticarci di quest’altra guerra, che fa meno rumore ma che continua a mietere tante, troppe vittime”, ha detto ieri il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.

Una “mortalità ancora troppo elevata. Invitiamo il Governo – ha sottolineato Anelli – a non abdicare al ruolo di rendere sicuri i rapporti sociali, in nome di una certo auspicata, ma non ancora raggiunta, fine della pandemia”.

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