Se il pesce scarseggia nel menu’ dei bambini

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I bambini italiani mangiano troppo poco pesce. Perfino quelli che abitano in un posto di mare lo consumano al massimo una volta a settimana. E si limitano spesso alle scatolette di tonno. A sottolinearlo a Fortune Italia è Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’università Ludes-United Campus of Malta, autore di un’indagine tra bambini e adolescenti di Mazara del Vallo.

“Un’indagine che conferma i dati raccolti nel resto della Penisola in precedenza. In Italia si mangia il pesce meno di una volta la settimana, sia nei posti di mare sia nei posti di montagna, e anche in località dall’antica tradizione marinara. La scarsa assunzione di pesce è stata costante anche dopo la pandemia”. E se il costo di questo alimento può avere un ‘peso’ nelle scelte delle famiglie, “ricordo che alcuni tipi di pesce azzurro sono veramente economici e competitivi”, dice il pediatra. Dunque più che il prezzo, a tener lontani gli italiani dal pesce sembra essere un problema di abitudini radicate.

“Ma questo trend va invertito”, dice il pediatra, accademico e cittadino onorario di Mazara del Vallo. Farnetani è autore del testo “Mediterraneo Mare di Vita, Pace e Salute” contenuto in una targa che verrà scoperta domani in piazza Mokarta nel corso di una cerimonia organizzata dal Rotary di Mazara e dal Comune e che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del sindaco Salvatore Quinci, del presidente del Rotary Club Mazara Vincenzo Modica e dello stesso Farnetani.

Un testo che racchiude il legame tra il ruolo di Mazara del Vallo e il Mediterrano, l’importanza della pesca e quella nutrizionale del pesce, poco consumato anche a Mazara come nel resto d’Italia. “Mazara del Vallo – dice Farnetani – è la ‘capitale’ del Mediterraneo”. I suoi pescherecci in passato “hanno anche fornito il pesce di cui la dieta mediterranea era priva”, un modo per “introdurre proteine animali” all’epoca preziose per la popolazione che non poteva permettersi la carne. Ma si tratta di un alimento “essenziale anche oggi, ma nel mondo occidentale si mangia troppa carne e poco pesce”.

Quanto pesce andrebbe mangiato, allora, nell’ottica di un’alimentazione sana? “Deve essere assunto tre volte a settimana. La realtà è purtroppo ben diversa. In media i bambini italiani – conclude Farnetani – mangiano pesce una volta a settimana, incluso il tonno in scatola, rispetto alle tre raccomandate: non c’è l’abitudine a cucinare e mangiare il pesce, perciò il bambino non si è abituato durante la gravidanza al gusto attraverso il sapore del liquido amniotico”. Ecco, forse per cambiare le cose sarebbe bene iniziare presto, prestissimo. Sin dalla gravidanza.

 

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