Covid tra olfatto, memoria e ciclo femminile

donna olfatto
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Mentre l’ondata estiva da Omicron 5 continua a declinare in Italia, pur senza spegnersi – il 9 agosto erano 43.084 i nuovi casi e 177 morti – e le aziende corrono sul vaccino aggiornato a questa sottovariante (quello targato Pfizer potrebbe essere disponibile già in ottobre), dalla ricerca arrivano nuovi dati sugli effetti dell’infezione da Covid-19. Ma anche su quello dei vaccini contro il virus pandemico, in particolare nel caso delle donne in età fertile. 

Sembra infatti che la perdita di olfatto, specie se persistente – uno dei sintomi più comuni di Covid-19 specie nel caso delle prime varianti – indichi un elevato rischio di andare incontro a problemi cognitivi e di memoria nel periodo successivo all’infezione. Con deficit cognitivi che possono persistere a lungo dopo la guarigione. Secondo i ricercatori americani il rischio di deficit di memoria – segnalati da numerosi pazienti – può essere più che doppio se persistono i problemi olfattivi da Covid. 

Sull’altro fronte, più di 4 donne su 10 dopo il vaccino anti-Covid hanno sperimentato un flusso mestruale più abbondante del solito. Ma vediamo nei dettagli questi studi.

La prima ricerca, firmata dal team di Gabriela Gonzalez-Alemán dell’Università Pontificia di Buenos Aires, ha coinvolto quasi 800 persone in media di 60 anni o più e senza problemi cognitivi prima dell’infezione da Covid. Indipendentemente dalla gravità dell’infezione, due terzi dei pazienti hanno segnalato problemi di memoria persistenti dopo la guarigione, spesso tanto gravi da interferire con la quotidianità. Chi aveva avuto una perdita di olfatto è risultato correre un pericolo più che doppio rispetto agli altri.

Ma come mai? Si sospetta da tempo che il coronavirus penetri nel cervello facendo breccia attraverso il naso, come  dimostrato anche di recente in alcuni esperimenti dagli studiosi dell’Istituto Pasteur in Francia su Science Advances. Ma bisogna anche dire che le ultime sottovarianti stanno dando sintomi un po’ differenti, e dunque dobbiamo aspettare ancora per capire se questi dati e il legame fra problemi di olfatto e memoria si confermano anche con Omicron 5.

Nel frattempo, però, le dichiarazioni di molte donne che hanno notato un sanguinamento mestruale inaspettato dopo la vaccinazione anti-Covid hanno alimentato ulteriori approfondimenti.

“All’inizio del 2021 i casi sono stati molti, ma a siccome in generale gli studi sui vaccini non indagano gli aspetti legati al ciclo, le segnalazioni sono state in gran parte ignorate”. Partendo proprio da questa osservazione, un gruppo di ricercatori americani ha lanciato uno studio su oltre 35mila donne, i cui risultati sono stati pubblicati su ‘Science Advances’. “Un’indagine statistica ha rilevato che il 42,1% delle donne coinvolte ha riferito un flusso mestruale più intenso dopo la vaccinazione”.

“Alcune hanno sperimentato questo effetto nei primi 7 giorni” successivi al vaccino, “mentre  molte altre hanno osservato alterazioni 8-14 giorni dopo”. Il 14,3% invece non ha riferito cambiamenti o addirittura ha notato un flusso più leggero.

La stessa Kathryn Clancy, docente di antropologia dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign, che ha guidato lo studio insieme a Katharine Lee, docente di antropologia dell’Università di Tulane, sottolinea come “i medici che si sono occupati dell’argomento, dopo avere raccolto le prime segnalazioni sulle alterazioni mestruali post-vaccinazione”, si siano mostrati “spesso sprezzanti nei confronti delle preoccupazioni dei pazienti”. Un atteggiamento al quale l’équipe di ricerca ha voluto porre rimedio con l’indagine.

Attenzione, però: poiché questa rilevazione si è basata su esperienze auto-riferite, “non può stabilire un nesso di causalità” tra vaccinazione anti-Covid e alterazioni del ciclo mestruale, tengono a precisare le ricercatrici. L’analisi ha indicato inoltre che chi aveva avuto una gravidanza mostrava maggiori probabilità di riportare sanguinamenti più pesanti post-vaccino.

Non si tratta di un’eventualità mai vista prima: “Altri vaccini, compresi quelli contro tifo, epatite B e Papillomavirus sono talvolta associati a mutamenti nelle mestruazioni. Si ritiene che questi effetti collaterali siano legati a un aumento delle vie infiammatorie immuno-correlate – puntualizza Clancy – e che abbiano meno probabilità di essere determinati da cambiamenti ormonali”.

Infine una buona notizia. “L’ipotesi è che per la maggior parte delle persone le alterazioni mestruali post-vaccinazione anti-Covid siano di breve durata; incoraggiamo chiunque sia preoccupato a contattare il proprio medico”, concludono le ricercatrici, invitando comunque a considerare il vaccino come l’arma migliore per proteggersi dagli effetti più pesanti di Covid-19. La pandemia non è finita e l’autunno è ancora lontano, ma non lontanissimo. E non serve una memoria di ferro per ricordare quello che è successo l’anno passato.

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