Sonno ed economia, se dormi poco sei meno generoso

uomo poco generoso
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Quello rivelato dai ricercatori dell’Università di Berkeley (Usa) è un effetto indesiderato della deprivazione di sonno mai contemplato prima. E non privo di una sua importanza. La bottom line dei risultati di questa ricerca, pubblicata su Plos Biology, sta ad indicare che se la gente dorme meno, sarà meno propensa alla generosità e all’empatia. E questo vale anche per quell’ora di sonno che perdiamo in primavera con l’arrivo dell’ora legale. Ed è proprio su questo periodo dell’anno che si sono focalizzati per una parte della loro ricerca gli studiosi americani.

In particolare lo studio ha dimostrato che le donazioni medie a una organizzazione non profit stelle e strisce (Donors Choose, un ente no profit che raccoglie fondi per progetti scolastici in tutto il Paese) ogni anno (dal 2001 al 2016) crollano del 10% circa nella settimana successiva all’introduzione dell’ora legale, rispetto al mese che precede lo spostamento in avanti delle lancette. Al contrario, in Arizona e alle Hawaii, stati che non hanno adottato l’ora legale, il gettito delle donazioni non subisce flessioni.

Per esplorare il legame tra carenza di sonno e generosità, Eti Ben Simon, neuroscienziata a Berkley, ha studiato per due notti consecutive 23 giovani adulti nel suo laboratorio, facendoli dormire normalmente la prima notte e mantenendoli sempre svegli la seconda. Al mattino veniva chiesto ai partecipanti di compilare un questionario standardizzato sull’altruismo, che misurava la loro propensione ad aiutare estranei o conoscenti in diverse situazioni (ad esempio, cedere il posto a sedere sull’autobus ad uno sconosciuto o offrire un passaggio al lavoro ad un collega), sempre diverse nei due test mattutini.

L’80% degli individui sottoposti a test mostrava una minor propensione ad aiutare gli altri il mattino successivo alla notte in bianco, rispetto a quello dopo una notte di sonno ristoratore.

Gli autori dello studio hanno dunque analizzato il cervello di ogni partecipante allo studio attraverso la risonanza magnetica funzionale, confrontando l’attività neurale dopo la notte di sonno e quella di veglia.

Ne è emerso che la deprivazione di sonno riduceva l’attività neuronale in alcune regioni del cervello deputate alla capacità di empatizzare con gli altri.

In un ultimo esperimento, i ricercatori californiani hanno arruolato 136 partecipanti online chiedendo loro di tenere un diario del sonno per quattro notti consecutive. Successivamente veniva chiesto loro di compilare un questionario sull’altruismo prima delle 13 del giorno seguente. Anche in questo caso i risultati dimostrano che più tempo si resta a letto ad occhi aperti (cioè senza dormire), peggiori saranno i punteggi ottenuti nei test sull’altruismo.

“La carenza di sonno – commenta David Dickinson, economista comportamentale dell’Appalachian State University (Usa) – influenza notevolmente le decisioni altruistiche, stando ai risultati di questo studio, basato su un triplo approccio metodologico”.

In effetti “la carenza di sonno – conclude Eti Ben Simon, neuroscienziata a Berkley – ha un impatto sulle esperienze sociali e sul tipo di società nella quale viviamo. La deprivazione cronica di sonno è un problema molto serio nel mondo attuale, peraltro potenzialmente risolvibile nel breve termine, al contrario di altri grandi temi mainstream quali i cambiamenti climatici. Visti i risultati di questo studio, vale la pena riflettere sull’impatto che la promozione di un sonno ristoratore a livello di popolazione generale potrebbe avere sulle nostre società”.

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