Covid in Italia, l’ondata autunnale fa crescere i ricoveri

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Siamo in piena ondata autunnale da Covid-19: ormai i dati sono tutti in salita. Contagi, ma anche ricoveri (nei reparti ordinari e in terapia intensiva), e indice Rt. L’aggiornamento che arriva dal monitoraggio della Cabina di Regia diffuso dall’Istituto superiore di sanità non è tranquillizzante.

E questo mentre di Covid-19 si parla sempre meno, le mascherine sono diventate l’eccezione e il distanziamento un ricordo. Ma non i colpi di tosse nei bus e nella metro.

In attesa del (tanto annunciato e poi ‘congelato’) piano per l’inverno, sale ancora – e parecchio – l’incidenza settimanale a livello nazionale: 441 casi ogni 100.000 abitanti nella prima settimana di ottobre,  contro 325 su 100.000 dell’ultima di settembre. Anche l’indice di contagiosità continua a crescere: nel periodo 14-27 settembre l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18 (range 0,98-1,52), in aumento rispetto alla settimana precedente, quando era già in salita e pari a 1.

Stesso trend per l’’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero: Rt=1,28 (1,23-1,32) al 27 settembre contro Rt=0,95 (0,90-1,00) di 7 giorni prima.

Questi numeri ci dicono che il virus di Covid-19 è tornato a circolare parecchio, e l’impatto sugli ospedali inizia a farsi sentire. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 1,8% (rilevazione al 06 ottobre) dall’1,4% (29 settembre), mentre nelle aree mediche siamo all’8,2% dal 6%. 

In una settimana il numero dei pazienti ricoverati, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, è salito del 39,7%, secondo l’ultima rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete di Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere). Gli specialisti hanno segnalato come ci troviamo di fronte a una repentina inversione di tendenza.

La curva dei ricoveri sale maggiormente al Nord (+69%), mentre al Centro l’aumento è del 33% mentre al Sud e nelle isole la crescita è inferiore rispetto al resto del Paese (+18%). Resta comunque limitato l’impatto nelle terapie intensive: “Ci sono 10 pazienti in più rispetto alla settimana precedente che impennano il tasso di crescita al 55% ma va sottolineato che si tratta sempre di numeri molto ridotti”, precisano da Fiaso.

A non crescere, in questa fase, sono i vaccinati. E non a caso l’identikit dei nuovi pazienti arrivati in ospedale con infezione da Sars-Cov-2 rivela come si tratti per lo più di anziani – l’età media è di 74 anni tra i vaccinati e di 70 anni tra i non vaccinati – e di non vaccinati (il 15% dei ricoverati) o soggetti che non hanno fatto la quarta dose consigliata per gli over 60. Per quanto riguarda i pazienti in rianimazione, inoltre, la percentuale di no vax sale al 25%.

“I soggetti più a rischio complicazioni in questa fase” sono “soprattutto gli anziani e i fragili – ha detto commenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore – ed è soprattutto a loro che dobbiamo rivolgere l’attenzione della campagna vaccinale: occorre spingere sull’acceleratore della quarta dose per chi, nonostante l’età e la presenza di altre patologie, non ha ancora ricevuto la somministrazione”.

Certo, di fronte ai venti di guerra nucleare che spirano ormai da giorni, le preoccupazioni per un nuovo inverno Covid sembrano impallidire, ma rischiare di trovarsi ancora una volta a dover intervenire in corsa lascia un po’ l’amaro in bocca.

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