Può stupire, in un’Italia che ha fatto i conti con anni di tagli lineari per la sanità, ma dati internazionali mostrano come la costante crescita degli investimenti sanitari non corrisponde sempre a effettivi miglioramenti nella salute percepita dai pazienti. Spesso, anzi, è addirittura vero il contrario.
Ma come misurare ciò che davvero conta per i pazienti, quando la salute fisica non è del tutto recuperabile? Come aiutare medici e amministratori nell’identificare obiettivi e margini di miglioramento? Quali strumenti scientifici possono stimare la prospettiva di paziente e società nell’allocazione di risorse scarse?
Cerca di rispondere a questi e altri interrogativi il volume ‘Patient-Reported Outcome Measures. Migliorare la cura valorizzando l’esperienza del paziente‘, firmato da Giuseppe Banfi, direttore scientifico dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e docente dell’Università Vita Salute San Raffaele e Federico Pennestrì, ricercatore presso la Direzione Scientifica dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e docente a contratto presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
Come spiegano gli autori, lo sviluppo dei Patient-Reported Outcome Measurements (Proms) contribuisce a rispondere a molte di queste sfide, offrendo uno strumento standardizzato per quantificare e qualificare l’efficacia degli interventi sanitari dal punto di vista del diretto interessato: il paziente.
Tutte le figure professionali coinvolte nell’erogazione e nella rendicontazione dei servizi (inclusi gli audit) possono avvalersi di questo strumento, tanto che la raccolta dei Proms è diventata parte ordinaria del processo di sperimentazione. Strumenti, tra l’altro, che hanno un valore fondamentale nella pianificazione, misurazione, rendicontazione e allocazione delle risorse. Un tema ‘caldo’, in un Paese in cui le risorse destinate a questo settore sono ‘storicamente’ limitate.
