Lo sciacquone (e i suoi germi) nel mirino della scienza

sciacquone
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La velocità è di circa 2 metri al secondo. In 8 secondi, arriva a salire a un metro e mezzo dalla superficie della toilette. C’è tutta la ricerca di fisica dei fluidi dietro all’originale esperimento che è andato a valutare quello che, con una metafora marinaresca, potremmo definire il pennacchio di fumo che esce dalla ciminiera della nave. O, meglio, dal wc una volta tirato lo sciacquone.

In questo caso, infatti, lo studio del pennacchio non è stato condotto in mare. E il protagonista non è il fumo di idrocarburi, quanto piuttosto l’aerosol che si libera ogni volta che tiriamo la catena in un bagno pubblico senza che sia possibile chiudere il coperchio.

A sviluppare questa indagine, dimostrando che mentre le goccioline più grandi tendono a depositarsi sulle superfici in pochi secondi, le particelle più piccole possono rimanere sospese nell’aria per minuti o più, sono stati gli ingegneri dell’Università della California di Boulder, che hanno pubblicato i risultati di questo primo studio specifico sulle caratteristiche fisiche e di movimento delle particelle dell’aerosol da scarico su Scientific Reports.

L’esperimento ha impiegato tecnologie modernissime combinando l’azione di laser verde e possibilità di scattare immagini dell’ultrapiccolo. Ma dalla ricerca, coordinata da John Crimaldi, non arrivano solamente conoscenze di fisica dei fluidi e dei gas. Stando a quanto viene riportato dagli stessi autori, le osservazioni raccolte potrebbero diventare una base di lavoro per la salute pubblica, contribuendo a frenare la potenziale diffusione di germi e virus patogeni e soprattutto il rischio di trasmissione.

Non pensate quindi solamente a una scienza per pochi intimi. Anche se tutti sappiamo che liquidi e solidi visibili ad occhio nudo scendono regolarmente al getto dello sciacquone e la scienza ha ampiamente dimostrato la dinamica di particelle di grandi dimensioni, conoscere le potenziali traiettorie e la velocità dell’aerosol che si emulsiona ogni volta che lo scarico compie il suo dovere è davvero importante.

All’interno di questo aerosol, proprio per dimensioni e caratteristiche di queste particelle, potrebbero viaggiare ceppi di Escherichia coli o di Clostridium difficile, per rimanere nell’ambito dei batteri.

Tra i virus, dagli adenovirus ai norovirus (i primi oltre a problemi digestivi possono anche determinare sintomi respiratori), potrebbe trasferirsi proprio in questo aerosol imperscrutabile, che ora inizia ad avere un volto e soprattutto si esprime con una velocità inattesa che ne facilita la diffusione.

Quello che emerge dall’indagine, peraltro, è di lavorare con grande attenzione sull’igiene delle toilette. Se è vero che l’obiettivo dello sciacquone è eliminare del tutto quanto c’è nella tazza, non dobbiamo dimenticare che per ottenerlo occorre spruzzare verso l’alto un aerosol che potrebbe poi essere inalato esponendoci al rischio.

La ricerca americana, in questo senso, mette sul chi vive. Analizzando una toilette senza coperchio accompagnata da un meccanismo di scarico, gli esperti hanno avuto la sorpresa di vedere che le particelle aerosoliche viaggiavano a grandissima velocità, soprattutto verso l’alto e verso l’indietro.

Questo pennacchio non ha mai un comportamento fisso: in alcuni esperimenti arriva a salire verso il soffitto della stanza o a diffondersi verso l’esterno. E con esso viaggia anche eventuali nemici invisibili del benessere.

Detto che nell’esperimento non sono stati considerati gli effetti di solidi e di carta igienica, potenzialmente in grado di amplificare la problematica, vale comunque la pena di segnalare quanto osservato. Nelle strategie di controllo delle infezioni del futuro, forse, anche questa via andrà studiata ed occorrerà prendere le opportune contromisure. Che poi, molto semplicemente, prevedono toilette chiuse che evitino quel pennacchio potenzialmente temibile. Un aerosol da evitare.

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