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Un grillo nel carrello, come cambierà l’alimentazione di domani

farina di polvere di grillo
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Niente insetti sulle tavole degli italiani. Se l’Ue ha dato il via libera alla commercializzazione della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus – il grillo comune – il 54% degli italiani si dichiara contrario all’utilizzo di insetti in cucina, il 24% si dice indifferente mentre solo il 16% sarebbe favorevole.

Lo rivela l’indagine condotta da Coldiretti/Ixè in relazione alla nuova normativa europea. Stando ai numeri, la dieta mediterranea non accetta interferenze esotiche, ma l’Europa ha già deciso di rendere commerciabile la farina di alcuni insetti ritenuti commestibili.

L’Iter normativo

Il quadro normativo generale europeo, Novel food, entrato in vigore nel 2018,  riconosce agli insetti la qualifica di nuovi alimenti. L’Ue ha già autorizzato la qualifica e la vendita – intesa come cibo – oltre che dei grilli domestici, della larva gialla della farina e della locusta migratoria. Nel 2020 l’Europa aveva chiesto una valutazione sul grillo all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Il parere scientifico sulla sicurezza della polvere parzialmente sgrassata dell’Acheta domesticus è stato poi emesso nel marzo 2022.

L’ultimo provvedimento è il regolamento di esecuzione Ue 2023/5 del 3 gennaio, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale comunitaria, in vigore dal 24 gennaio 2023.

Cibo e produzione agricola

“Questo provvedimento si inserisce in un filone che cerca di allontanare il cibo dalla produzione agricola”, è il commento di Francesco Giardina, direttore Coldiretti Bio, che Fortune Italia ha raggiunto telefonicamente. “Vale per gli insetti come per la produzione di carne sintetica, il fulcro di questa tendenza è voler separare il cibo dalla produzione agricola, che invece per noi è fondamentale”.

Giardina chiarisce: “L’agricoltura non è solo un’attività che fa bene agli imprenditori agricoli: dove non c’è agricoltura si verifica un problema ambientale per l’intera popolazione”. Il direttore si dice preoccupato dalla tendenza in atto in campo alimentare, però sottolinea che ci sono già “aziende agricole che allevano insetti, utilizzati per attività connesse a quella agricola. Siamo i primi a dire che le imprese debbano essere multifunzionali, ma attenzione a che il focus resti sulla produzione agricola e di cibo, perché il cibo legato all’agricoltura è un pezzo della nostra storia”.

Entomofagia, pro e contro

Il regime alimentare che contempla gli insetti nella dieta umana è, antropologicamente, pratica antica e attualmente diffusa presso molte popolazioni del pianeta. Secondo quanto stabilito dall’Efsa è possibile consumare specie di insetti ritenute sicure per la salute umana e provenienti da allevamenti autorizzati, che rispettino la normativa 2283/2015 sui Novel Food. Ogni fase di produzione, proprio come avviene per bovini, pesci e pollame, è soggetta ad una serie di controlli, che i rivenditori dovranno dimostrare di aver effettuato.

In virtù di questo, nei prossimi cinque anni l’unica società autorizzata alla commercializzazione sul mercato europeo del nuovo alimento a base di polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico sarà la Cricket One Co, come specificato nel recente regolamento attuativo.

La Fao si è espressa a favore di questo tipo di alimentazione già dal 2003, in virtù del fatto che i benefici nutrizionali del consumo di insetti edibili si unisce al basso impatto ambientale della produzione.

Quanto ai valori nutrizionali, gli insetti consentono di ottenere un apporto proteico comparabile a quello della carne, che è intorno al 22%. Mentre nel caso di locuste e cavallette si va dal 18% al 32%, per i grilli l’apporto varia dall’8% al 25%, infine per i bachi si parla di numeri intorno al 15% (fonte Fondazione Veronesi).

Una trovata esotica

Semaforo rosso invece da Filiera Italia. Il consigliere delegato Luigi Scordamaglia afferma: “Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma è un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile alternativa alla nostra. La nostra dieta è di qualità, ma anche a basso impatto ambientale”.

Secondo i dati riportati da Filiera Italia, infatti, l’agroalimentare italiano, oltre a vantare un fatturato europeo di 65 mld di euro, provoca una emissione di CO2 pari a 1/3 delle emissioni francesi, e alla metà di quelle tedesche.

Grillo mirtillo

Di altro parere la nostra astronauta Samantha Cristoforetti, che ha inserito una barretta proteica “grillo mirtillo” nel kit alimentare della sua ultima missione spaziale.

“Sapevate che oltre due miliardi di persone nel mondo mangiano insetti? Perché non li provate anche voi? Fanno bene a voi e al Pianeta”. Cominciava così il video pubblicato dall’astronauta su TikTok, per promuovere l’uso di insetti edibili, con protagonista la barretta ‘blueberry cricket’, prodotta appunto con farina di grillo e mirtillo.

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