Carenza farmaci, è boom di preparazioni galeniche

farmaci galenici
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Nell’inverno dei virus la carenza dei farmaci in Italia ha innescato un significativo aumento della domanda di preparazioni galeniche. “Si tratta soprattutto di prodotti antipiretici e antinfiammatori: non abbiamo dati precisi, ma possiamo stimare un +30% di richieste nell’ultimo mese“, sottolinea a Fortune Italia Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma.

Sembra un ritorno al passato, alle antiche abilità del farmacista alle prese con pastiglie, sciroppi e pomate. Ma in realtà oggi i preparati galenici vengono realizzati con apparecchiature e metodiche modernissime. Fra i prodotti più gettonati dell’inverno, non a caso farmaci contro i malanni di stagione, dall’influenza a Covid-19.

“I farmacisti – racconta Tobia – si sono resi disponibili a rispondere alle esigenze della popolazione. Così sono state molto richieste le preparazioni a base di ibuprofene, soprattutto nei quantitatrivi pediatrici. Ma anche le compresse di paracetamolo, ove mancanti”.

Che cosa sono

Il nome deriva da Galeno, medico e filosofo nato a Pergamo e vissuto a Roma tra il II e il III secolo d.C., che studiò gli effetti curativi di piante ed estratti naturali. I farmaci galenici sono preparazioni realizzate direttamente dal farmacista, all’interno del laboratorio della farmacia.

“Il laboratorio galenico – ricorda Tobia – è parte integrante della farmacia: tutte le farmacie italiane, per avere l’autorizzazione all’esercizio, hanno un laboratorio galenico. Poi esistono diversi gradi di specializzazione: c’è chi è dotato di camera sterile per preparare colliri, e chi si limita ad alcune preparazioni. Nella mia farmacia faccio praticamente tutto: dalle compresse, agli sciroppi, alle capsule, fino ai colliri”.

Il laboratorio galenico rappresenta un po’ “il cuore pulsante del lavoro del farmacista. Ma la preparazione dei farmaci qui avviene con tecniche moderne e attrezzature nuove – precisa Tobia – Questo fa sì che le preparazioni galeniche rispettino le norme e i requisiti che le rendono analoghe a quelle di tipo industriale”.

All’origine delle carenze

Al di là della guerra, del costo dei carburanti, della carenza dei principi attivi e dei blister o degli effetti del lockdown in Cina, a creare problemi nell’approvvigionamento dei farmaci “è stata anche la sovrapposizione di patologie con sintomatologie simili e terapie sovrapponibili: Covid-19 e influenza”, riflette Tobia.

Così c’è anche chi ha fatto scorte, per farsi trovare pronto in caso di problemi improvvisi. Il messaggio è chiaro: “Non fate scorte inutili – raccomanda il segretario nazionale di Federfarma – perché così togliete la possibilità a chi ne ha davvero bisogno di avere accesso a medicinali”, che poi finiscono per scadere nella scatola o nella cassetta di pronto soccorso. “Il medicinale va utilizzato quando serve e comperato quando ce n’è bisogno”, dice Tobia, invitando a non banalizzare l’uso del farmaco. 

Non è solo un problema italiano

Sulla questione carenze è stato istituito un tavolo ad hoc, presso il ministero della Salute: il prossimo incontro è per mercoledì 18 gennaio. Secondo Aifa sono circa 3.200 i farmaci introvabili, ma “quello della carenza non è solo un problema italiano. Il fenomeno – spiega Tobia, rientrato da un recente un incontro a Bruxelles del Pgeu, il raggruppamento di cui fanno parte tutte le Federazioni degli Ordini dei farmacisti e le Associazioni nazionali delle farmacie europee – in misura diversa, e relativamente a tipologie di medicinali differenti, è comune a vari Paesi europei, tanto che si sta ragionando su un sistema di interscambio di notizie che possa prevenire il problema delle carenze, spostando quote di farmaci da un Paese all’altro“.

“Ricordiamo infine ai cittadini – conclude Tobia – che esiste l’alternativa equivalente: farmaci uguali al medicinale brand”, tranne che per il prezzo.

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