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Capelli: un business in crescita. Parla il Ceo di Istituto Helvetico Sanders

Baaring
Gilead

In collaborazione con Istituto Helvetico Sanders – La pandemia ha pesato su molti settori produttivi, ma non sulla cura dei capelli. Le richieste sono, infatti, aumentate. Parliamo di un mercato valutato a 80,81 miliardi di dollari nel 2020, destinato a crescere nei prossimi anni. A fare il punto con Fortune Italia è René Baaring, Ceo di Istituto Helvetico Sandersarrivato ai vertici del gruppo nel luglio scorso dopo una carriera in L’Oreal, con ruoli di responsabilità e leadership ​ in Spagna, Germania, Francia e Dubai.

“In generale – spiega Baaring – il settore dell’Haircare è tra i pochi ad aver superato senza gravi conseguenze l’impatto con la pandemia. Questo indica che i consumatori sono disposti a rinunciare a tante cose,  ma non al benessere della propria capigliatura.
La dimensione globale del mercato della cura dei capelli e del cuoio capelluto si espanderà a un tasso di crescita annuale composto del 6,6% dal 2021 al 2028″.

In Italia il gruppo Sanders conta un organico di “circa 200 persone fra dipendenti amministrativi e professionisti della calvizie come chirurghi, assistenti sanitari e biologi. Un team di grande esperienza e preparazione – sottolinea Baaring – che noi consideriamo come un fattore determinante per raggiungere obiettivi di successo e per portare avanti la nostra filosofia aziendale totalmente customer-oriented”.

Per Istituto Helvetico Sanders il 2023 “sarà un anno di trasformazione e grandi novità che porteremo avanti con un importante piano di investimenti: oltre 8 milioni di euro. Difatti, l’apertura di un nuovo Wellness Medical Hotel, unita alla capillarità dei centri Sanders in tutto il territorio italiano, ci offrirà la possibilità di ampliare il nostro core business con l’ambizione di mantenere la nostra leadership attuale nel settore tricologico anche al decisamente più ampio settore wellness ed anti-ageing”.

Chi lavora nei centri e l’identikit dei pazienti

Le persone che lavorano nei centri del gruppo sono prevalentemente professionisti biologi e personale amministrativo che collaborano in stretta sinergia con lo staff medico chirurgico.

“Considerando tutti i nostri servizi, il target di riferimento è rappresentato da un rapporto abbastanza equilibrato fra uomini e donne, rispettivamente 65% e 35% circa, e una fascia di età che va dai 25 ai 54 anni, con una media che si aggira intorno ai 36 anni. Nello specifico del trapianto di capelli la percentuale di pazienti maschi è preponderante, arrivando a quasi il 90% del totale. Nonostante ciò – spiega il manager – il trend evidenzia una curva in crescita per il sesso femminile”.

Sicurezza al primo posto

“Sottoporsi ad un trapianto di capelli è una scelta che viene fatta da chi ha maturato l’esigenza di recuperare un’immagine ideale di sé. Perciò quando si prende questa decisione, è meglio affidarsi a chi è in grado di offrire assistenza completa e continuativa, cliniche e strumentazioni all’avanguardia nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie, oltre a un elevato livello di professionalità”, sottolinea Baaring.

I maggiori rischi nell’affidarsi a cliniche non professionali sono una non corretta valutazione del caso specifico, mancanza di controlli periodici, consultazioni non sempre di persona e con lo stesso specialista che ha effettuato l’intervento, scarsa assistenza nel post-operatorio, ricordano dall’Istituto Helvetico Sanders. “Inoltre, se l’intervento viene eseguito male, si rischia non solo di non risolvere il problema, ma di andare a compromettere anche la zona donatrice, lasciando così anche poco margine per ipotizzare un intervento correttivo”, avverte il Ceo.

Il manager annuncia importanti novità: “Oltre ai già citati percorsi benessere ed il Wellness Medical Hotel posso aggiungere, per esempio, un dispositivo tecnologico all’avanguardia che sfrutta la tecnologia laser e riuscirà ad apportare grandi benefici alla capigliatura. In questo contesto rientra sicuramente anche l’espansione del nostro network, con nuove aperture nel territorio italiano e il progetto di esportazione del nostro format anche all’estero“.

L’effetto pandemia

Dopo il contagio con il virus pandemico, in alcuni casi i pazienti hanno sperimentato una  caduta dei capelli. “Le nostre analisi confermano un aumento della domanda nel periodo post lockdown, di circa il 30% rispetto al 2019. Ma i ricercatori, sia universitari che di enti terzi indipendenti, sono ancora molto prudenti nell’affermare l’esistenza di una correlazione fra Covid e calvizie, fenomeno tutt’ora in corso di studio e approfondimento”, conclude Baaring.

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