Le nuove frontiere della neurochirurgia, il focus

Chirurghi, Neuromed Pozzilli
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Per operare al cervello servono tecnologia e competenze. Una eccellenza è localizzata nel Centro-Sud: il Neuromed di Pozzilli ci ha aperto le sue porte, mostrandoci una disciplina in rapida evoluzione  La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023.

Imaging, risonanza magnetica funzionale, navigatore. Non stiamo parlando di aerospazio, ma delle frontiere della neurochirurgia. Che trovano all’Istituto Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia, una delle eccellenze italiane.

Quella neurologica è una delle forme più complesse di chirurgia. A essere operati infatti sono principalmente il cervello e la colonna vertebrale, che sono i distretti dell’organismo deputati al controllo di tutte le funzionalità cognitive e motorie dell’essere umano. Va da sé che anche piccoli errori durante l’intervento possono determinare gravi conseguenze per il paziente. L’approccio chirurgico però si è evoluto moltissimo negli ultimi anni e, grazie all’ausilio delle più avanzate tecnologie e dell’intelligenza artificiale, oggi è in grado di limitare moltissimo il rischio di errore.

Per riuscire in questo intento, l’atto chirurgico si svolge all’interno di sale operatorie integrate e multifunzionali.

Mininvasività grazie alla tecnologia e multidisciplinarietà

Ma vediamo in dettaglio come questa tecnologia interviene a supporto del chirurgo. Una Tac intraoperatoria acquisisce costantemente e in tempo reale informazioni sull’andamento dell’intervento. Esse vengono trasmesse a un neuronavigatore che crea un modello tridimensionale del sito di intervento utilizzando le informazioni anatomiche, funzionali e neurofisiologiche raccolte dai device diagnostici. Grazie al modello, il chirurgo riesce a localizzare con maggior precisione la lesione da operare e, in ultima analisi, a effettuare un intervento più preciso e mininvasivo.

Ma attenzione: mininvasività non significa solo incisioni di pochi centimetri. Spiega Gualtiero Innocenzi, responsabile della Neurochirurgia I di Neuromed: “Combinare Tac, risonanza magnetica e angiografia permette di simulare la situazione che il chirurgo troverà in sala operatoria aiutandolo nella pianificazione dell’intervento. Questo è il presente. Per il futuro dobbiamo immaginare una disciplina che diverrà sempre più mininvasiva. Che, in neurochirurgia, vuol dire soprattutto essere rispettosi delle aree dell’organismo che devono essere preservate nella loro integrità fisiologica e funzionale.

In altri termini, maggiore precisione e minor danno collaterale possibile. Tutte cose realizzabili anche grazie al supporto di diverse tecnologie combinate tra loro, ma sempre interpretate dalle diverse professionalità che collaborano nel team multidisciplinare”.

In effetti in pochi sanno che intorno a un paziente che viene operato al cervello o alla colonna vertebrale insieme al chirurgo agiscono fino a una quindicina di persone, con competenze e specializzazioni differenti e complementari. Dal radiologo all’anestesista, dall’esperto di imaging al neurofisiologo. Ed è proprio l’affiatamento a fare la differenza in questo innovativo modo di operare in neurochirurgia.

Come racconta Sergio Paolini, responsabile della unità di Neurochirurgia III del Neuromed e del team dedicato alle urgenze neurovascolari, “le mani del chirurgo sono fondamentali, ma sono una delle componenti del successo operatorio. Insieme ad esse entrano in gioco tanta tecnologia e tante competenze apportate da diversi specialisti. A titolo di esempio il team neurovascolare è formato da una parte chirurgica e da una radiologica le quali, insieme agli anestesisti,  definiscono se sia più opportuno intervenire con tecniche chirurgiche oppure endovascolari.

Talvolta la sinergia tra specialisti porta a decidere di intervenire in modo combinato,  qualora l’intervento che parte seguendo un approccio, sviluppi rischi elevati superabili combinando l’utilizzo della tecnologia. Questo modus operandi permette di trattare anche i casi più complessi, su cui difficilmente si potrebbe intervenire solo con una metodica o solo con l’altra”.

A beneficiare di questa multidisciplinarietà tecnologica sono ad esempio gli interventi sulla colonna vertebrale. Grazie alle immagini che vengono acquisite dalle strumentazioni, il chirurgo riesce a programmare la traiettoria delle viti da inserire nell’osso con estrema precisione. Ancora, qualora si parli di asportazione di tumori cerebrali, si può arrivare a operare un paziente cosciente e, grazie alla combinazione dell’imaging e delle competenze della neurofisiologia, si riesce a capire in tempo reale quale sono le zone funzionali del cervello da preservare prossime alla massa tumorale da asportare.

Come illustra il professor Vincenzo Esposito, Responsabile dell’Unità di Neurochirurgia II del Neuromed, “si punta a integrare tutte le informazioni disponibili sulla conformazione e sul funzionamento del cervello del paziente, in modo da costruire un modello personalizzato. Le funzioni cerebrali, anche le più complesse come il linguaggio e la memoria, possono essere evidenziate in fase pre-operatoria tramite varie tecnologie, ad esempio la risonanza magnetica (Rmn) funzionale o la trattografia, che localizzano le aree cerebrali ‘eloquenti’, quelle che governano funzioni importanti per la vita di relazione, come i movimenti del corpo e il linguaggio.

In sala operatoria, poi, l’attività cerebrale viene tenuta sotto stretto controllo attraverso il cosiddetto monitoraggio neurofisiologico, con la stimolazione del sistema nervoso e il controllo delle sue risposte. In alcuni casi selezionati, poi, il paziente viene operato ‘da sveglio’, in anestesia locale, allo scopo di monitorare il linguaggio quando i tumori siano vicini alle zone che controllano questa importante funzione. L’integrazione di tutte le informazioni derivanti da queste complesse attività consente all’intera equipe di sapere ‘in diretta’ cosa sta succedendo a quel particolare paziente, a quel particolare cervello”.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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