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La telemedicina diventa smart, il progetto di Health3000

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Innovazione e ricerca sono passioni di famiglia per Maurizio ed Eleonora Flammini, alla guida di un gruppo che, dopo motori e alta tecnologia, ora punta a cambiare il volto della telemedicina, rendendola più smart. Ecco cosa ci hanno raccontato

Dall’organizzazione di eventi sportivi alla tecnologia, fino alla telemedicina. È l’esperienza di Maurizio Flammini, 74 anni, patron dell’omonimo gruppo che due anni fa, in piena emergenza Covid-19, ha puntato sulla telemedicina. Con un approccio diverso rispetto ai competitor: rendere semplici le cure a distanza, progettandole davvero a misura di paziente. A spiegare la filosofia all’origine di Health3000 sono Maurizio e la figlia Eleonora, 37 anni, vicepresidente dell’azienda.

Perché dopo una vita passata tra organizzazione di grandi eventi, motori, sport e high-tech, ha deciso di puntare sulla telemedicina?

Maurizio: Il nostro Gruppo, in quarant’anni di attività nei quattro continenti, ha costruito realtà aziendali solide con migliaia di collaboratori. Abbiamo operato principalmente nel settore dei servizi e della tecnologia e posso assicurare che la scelta della telemedicina non arriva a caso, ma nasce dall’unione dei due mondi in cui abbiamo a lungo operato: l’high-tech e la gestione dei servizi. La telemedicina è uno strumento strategico per la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale.

La sostenibilità delle aziende sanitarie pubbliche, private e private accreditate dipenderà dalla capacità di ripensare il percorso del paziente, che vedrà sempre più la casa come primo luogo di cura.

Per questo abbiamo progettato un servizio altamente tecnologico ma semplice da fruire da parte dei pazienti e completo a 360 gradi, che attraversa la formazione dei cittadini, dei caregiver e degli operatori per attuare un vero e proprio cambiamento di paradigma culturale.

È corretto dire che a fare la differenza nel caso dei vostri prodotti è la semplicità?

Eleonora: Abbiamo puntato sulla semplicità di utilizzo, grazie a tecnologie esclusive che consentono la semplificazione delle rilevazioni dei parametri biomedici degli utenti. Questa peculiarità è uno dei punti di forza del nostro progetto, che può mettere in connessione i pazienti con migliaia di medici di oltre 70 specializzazioni insieme a una rete nazionale di migliaia di operatori socio sanitari.

Il sistema di tele-monitoraggio di Health3000 non ha bisogno di attivare un’app, cosa che – secondo recenti studi del Cnr – nell’83% dei casi ne scoraggia l’utilizzo. È sufficiente infatti l’inserimento di una piccola scheda computerizzata a una qualsiasi presa elettrica di casa e l’accensione del device (on-off) per la rilevazione dei parametri di salute (Elettrocardiogramma, frequenza cardiaca, ossigenazione del sangue ecc.). I dati rilevati vengono trasmessi alla centrale di controllo e al medico che ha ordinato le rilevazioni, e questo in modo assolutamente automatico, senza bisogno di alcun intervento del paziente o del caregiver. Inoltre anche un familiare potrà ricevere i dati sul suo telefono, con eventuali segnali di allarme qualora si superino i valori di soglia.

Vi siete avvalsi di partner prestigiosi. Qual è stato, nello specifico, il contributo dell’Istituto Italiano di Tecnologia?

Maurizio: Abbiamo realizzato una partnership con l’IIT per verificare quali fossero le migliori tecnologie da applicare ai servizi di telemedicina. Al momento l’interesse è basato su due piani fondamentali: la semplificazione assoluta delle procedure tecniche di acquisizione dei dati del tele-monitoraggio, e la rilevazione di parametri biomedici con tecnologie innovative. I campi di applicazione sono infiniti. Ad esempio, è allo studio la possibilità di inserire in un’auto sensori che indichino il tasso alcolemico del guidatore o del passeggero separatamente.

Un’azienda forte è fatta da persone competenti. La vostra si avvale di professionisti di grande esperienza.

Maurizio: Le nostre aziende hanno operato ‘con un piede nel futuro’, lavorando in un habitat di open innovation. Un paradigma che ha portato i nostri manager a collaborare con centri di ricerca, università, grandi società di consulenza. Health3000 si avvale, oltre che della partnership con l’IIT, di un team selezionato, con a capo uno scienziato di eccezione, Luigi Loreti, e un comitato tecnico scientifico presieduto dal già rettore della Sapienza, Luigi Frati.

A questo punto come guardate al futuro?

Maurizio: L’attività del Gruppo si è espansa rapidamente dagli anni ’70, alla fine degli anni ’80 contava già più di venti aziende.

La mia famiglia mi è sempre stata vicina. Oggi è il momento della nuova generazione Flammini: mia figlia Eleonora, dopo un’importante esperienza come architetto a New York e poi come imprenditrice a Londra, oggi è Vice Presidente di quello che sarà il ‘Gruppo’ Health3000.

Eleonora, quali sono le sue priorità, come vede l’azienda nel prossimo futuro? E quali sono le sfide a cui tiene di più?

Eleonora: La sfida più grande è quella di continuare a mantenere ‘un piede nel futuro’, governando la rivoluzione digitale nell’Healthcare. Essere nel posto giusto al momento giusto non è un caso, è intuizione, è la capacità di saper guardare oltre, identificare nuovi scenari. Capacità che però non è nulla se non viene unita ad un grande lavoro quotidiano.

Farsi trovare preparati quando il mercato lo richiede è necessario per chi vuole essere leader nel proprio settore. Si prevede una crescita del mercato globale della telemedicina del 25% annuo, fino a raggiungere nel 2027 un valore stimato di 560 mld di dollari. La nuova healthcare ormai è legata alle attività di sanità digitale, tele-monitoraggio, teleconsulto e tele-refertazione. Vorrei che il lavoro della nostra azienda avesse un grande impatto, prima nel nostro Paese, poi all’estero, dove operiamo da sempre. Sono consapevole della responsabilità sociale che deve oggi essere intrinseca all’operato di ogni azienda. Lavoriamo perché la tecnologia possa ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure mediche. Obiettivi ambiziosi, raggiungibili attraverso il continuo impegno nella ricerca.

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