Una bella notizia ci arriva oggi da Torino: grazie a un eccezionale intervento un motociclista di 22 anni potrà recuperare la funzione della mano, dopo una lesione del plesso brachiale che gli aveva bloccato il braccio sinistro.
L’incidente
Circa sei mesi fa il giovane tornava in moto dal lavoro, quando un mezzo gli ha tagliato la strada facendolo finire contro un albero. Il trauma ha provocato una lesione del plesso brachiale con deficit completo del braccio sinistro e l’impossibilità di mobilizzare mano, gomito e spalla.
Il plesso brachiale rappresenta la rete nervosa preposta all’innervazione, sia sensitiva che motoria, dell’arto superiore, che controlla i muscoli della spalla, del braccio, del gomito, del polso, della mano e delle dita.
L’intervento
L’operazione, durata 8 ore, è stata eseguita alcuni giorni fa dai microchirurghi della mano e dai neurochirurghi dottori Bruno Battiston, Paolo Titolo, Giulia Colzani e Francesca Vincitorio. Gli specialisti hanno collegato alla radice sana del braccio controlaterale i nervi strappati per reinnervare la muscolatura della mano. In pratica tagliando il nervo sano alla radice di C7 della colonna vertebrale, il nervo viene fatto passare dietro l’esofago e collegato ai nervi strappati, come se fossero fili della luce.
Così la componente sana potrà ricrescere 1 mm al giorno all’interno dei nervi strappati. Con questo modo i nervi sani arriveranno a dare un impulso elettrico alla parte lesionata dandole nuova vita. Non si sono presentate complicanze, fanno sapere i sanitari.
Per l’intervento è stato utilizzato un microscopio robotico a visualizzazione stereoscopica 3D con controllo remoto hands free nella sala operatoria della Neurochirurgia universitaria dell’ospedale CTO, diretta dal professor Diego Garbossa. Questo dispositivo, unico nel suo genere, permette all’équipe chirurgica di poter visualizzare ad altissima risoluzione 3D ed ingrandimento, in modo naturale, angoli e punti fino ad oggi impossibili da raggiungere. Tutto questo senza mai dover staccare le mani dal campo operatorio.
Nelle lesioni complete di plesso brachiale l’utilizzo della radice nervosa di C7 controlaterale dal braccio sano come donatore permette di portare un contributo motorio e sensitivo al lato lesionato ed è per adesso l’unica metodica per cercare di rianimare la funzionalità della mano.
Questo tipo di intervento chirurgico richiede un’attenta pianificazione e valutazione, poiché non tutte le lesioni del plesso brachiale possono essere trattate con questa metodica e i tempi di recupero sono lunghi.
L’intero percorso chirurgico e riabilitativo del paziente è reso possibile grazie dalla collaborazione interdivisionale tra il Dipartimento di Ortopedia – Traumatologia e Riabilitazione della Città della Salute (diretto dal professor Giuseppe Massazza), la Neurochirurgia universitaria (diretta dal professor Diego Garbossa), l’Ortopedia e Traumatologia 2 ad indirizzo Chirurgia della mano (diretta dal dottor Bruno Battiston), l’Unità Spinale Unipolare (diretta dal dottor Salvatore Petrozzino) ed il Dipartimento di Anestesia, Rianimazione ed Emergenza (diretto dal dottor Maurizio Berardino).
Il recupero della funzione motoria necessita di molti mesi, avvertono gli specialisti. Ma con questo approccio il giovane paziente potrà tornare a muovere la mano sinistra.