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Infermieri in Italia, tra carenze e voglia di rilancio

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Oltre due secoli fa nasceva – a Firenze – Florence Nightingale, la ‘signora con la lanterna’ considerata la  madre della moderna assistenza infermieristica.

Dal suo ‘Notes on Nursing’ sono passati 163 anni. E quella dell’infermere è ormai riconsciuta come “una figura essenziale, con elevate competenze scientifiche acquisite attraverso un qualificato percorso universitario. Il ministero della Salute è impegnato a valorizzare questo impegno sia dal punto di vista economico che professionale”. Lo ha assicurato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un videomessaggio rivolto alla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), in occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale dell’infermiere. 

Troppo pochi

Non è un caso che Schillaci abbia parlato di stipendio e riconosicmento. Come nel caso di altre professioni sanitarie, c’è infatti in Italia un problema di carenza. Mancano circa 65mila infermieri nel nostro Paese, stando alla Fnopi. E a rischio è la stessa capacità del Ssn di assicurare l’assistenza.

Il ministro ha parlato della prospettiva di sviluppo di una sanità più sostenibile, in cui gli infermieri ricoprono un ruolo attivo attraverso “il prezioso lavoro di cura e assistenza che ogni giorno svolgono sia a livello ospedaliero che territoriale”. E ha ricordato i passi recentemente compiuti dal Governo in questo senso, per “un disegno di riordino più ampio che punta a rendere la sanità pubblica più attrattiva. E con essa, ovviamente, anche la professione infermieristica”.

“Abbiamo adottato le prime misure di una riforma complessiva e tra queste voglio ricordare l’abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri dipendenti e gli incentivi per quanti lavorano nei servizi di emergenza, per i quali abbiamo anticipato al primo giugno l’indennità di pronto soccorso e aumentato la retribuzione per lo straordinario”. Un percorso “che proseguirà nella direzione di migliorare le condizioni di lavoro: più sicurezza, più gratificazioni, più opportunità di crescita professionale all’interno del Servizio sanitario nazionale”.

Infermieri in fuga

Su Fortune Italia ci siamo occupati del problema della fuga dei medici, ebbene Schillaci ha  sottolineato la necessità di arginare anche quella degli infermieri, che in tanti “hanno preferito lasciare l’Italia. Vogliamo creare i presupposti per fare in modo che siano incoraggiati a tornare e soprattutto che i più giovani, già dalle scuole superiori, scelgano di investire il proprio futuro in quella che è ‘la più bella tra le arti belle’”, richiamando così una frase di Florence Nightingale.

Il talento dei professionisti della salute

‘Il talento degli infermieri. Arte e Scienza in evoluzione’ è lo slogan scelto dalla Fnpi per la Giornata Internazionale dell’Infermiere

Fino a domenica 14 maggio gli Ordini provinciali delle due città di Bergamo e Brescia, capitali della Cultura 2023, in collaborazione con la Fnopi, daranno il via ad una serie di eventi dedicati all’essere infermiere oggi. 

Momenti di condivisione e riflessione che si terranno in due luoghi simbolo della dell’emergenza pandemica, che ha messo ancora più in evidenza il ruolo dell’infermiere, soprattutto per il prezioso rapporto di fiducia creato con gli assistiti.

Come emerge anche dal Rapporto Civico – presentato da Cittadinanzattiva con la Fnopi e la Federazione nazionale ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione –  i cittadini “riconoscono” gli infermieri come un punto di riferimento rispetto ai propri bisogni di salute, ma questa funzione fondamentale non viene ancora riconosciuta dalla politica e dalle istituzioni, né dalle organizzazioni aziendali, sottolinea la Federazione.

Compensi fra i più bassi d’Europa

A questo si aggiunge anche il divario retributivo: i professionisti in Italia ricevono i compensi trai i più bassi d’Europa e le condizioni di lavoro sono inadeguate sotto tutti gli aspetti: quasi il 60% degli infermieri dichiara, soprattutto dopo la prova durissima della pandemia, di non avere ancora accesso a supporti psicologici.

Cosa chiedono gli infermieri? 

Quasi l’80% degli infermieri ha un percorso accademico post-base: professionisti specializzati con la necessità urgente di maggiori percorsi accademici per valorizzare le proprie competenze cliniche, a vantaggio dei pazienti. Le richieste della Federazione di un percorso clinico specialistico si legano a doppio filo con la motivazione di fondo della celebrazione della Giornata a Brescia e Bergamo: la cultura.

In primo piano c’è, dunque, la formazione. Ma va anche riconosciuta l’elevata professionalità e  la rilevanza sociale di questi operatori. Che dai tempi di  Florence Nightingale hanno fatto molta strada, senza dimenticare la passione. 

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