Tra vaccini e mini-onde: la nuova normalità e gli effetti del Long Covid

Covid
Aboca banner articolo

L’emergenza di sanità pubblica internazionale è finita, ma non così la pandemia da Covid-19. Il virus però ha cambiato volto, anche grazie alla vaccinazione. Questo non vuol dire che l’infezione non possa ancora provocare conseguenze per salute, specie nel caso di soggetti fragili, anziani e immunodepressi. Intanto la ‘stanchezza da pandemia’ colpisce un po’ tutti, il ‘business’ delle fake news è ancora fiorente e lo spazio all’informazione su Sars-Cov-2 è sempre più limitato.

Si è provato a fare il punto della situazione nel corso dell’evento dell’evento ‘Dalla pandemia al new normal, tra Covid e long Covid’, organizzato da Hc Training a Roma, presso il Palazzo dell’Informazione di Adnkronos.

I negazionisti del virus e dei vaccini

Ad accendere i riflettori sul tema delle fake news è stato Gerardo D’Amico, caporedattore di RaiNews 24, ricordando celebri bufale poi smentite dalla scienza: dall’idrossiclorochina agli effetti benefici dei lavaggi con varechina, fino all’avigan. Non poche quelle sui vaccini: “E’ una questione di domanda e offerta – ha spiegato Livio Gigliuto, presidente Istituto Piepoli – A quasi tre anni dall’inizio della pandemia, c’è un 6% di italiani che sostiene che Covid-19 non esiste, c’è addirittura un 11% che ritiene che i vaccini non servano e che non siano stati poi così utili. Addirittura un concittadino su 3 ritiene che i vaccini siano farmaci sperimentali, che abbiamo fatto come se fossimo delle cavie”. Ma forse la bufala più curiosa in tema è quella su Bill Gates, che punta a controllare il nostro cervello col vaccino: “Ci crede il 16% delle persone intervistate”, ha detto Gigliuto.

Verso una vaccinazione stagionale

La grande domanda adesso è: cosa accadrà? E come parlare di Covid alla persone, stanche dopo anni di martellamento mediatico? “Ciò che ora la scienza ci deve dare – ha sottolineato Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento – sono le indicazioni per il futuro, per essere preparati e pronti per una prossima pandemia che, si spera, avverrà il più lontano possibile nel tempo. Le indicazioni per ora ci danno l’idea che la vaccinazione, con molta probabilità, sarà stagionale. In autunno-inverno, insomma, potrebbe essere utile un richiamo. Ma la stagionalità non si è ancora stabilizzata”. Lopalco sottolinea l’importanza di proteggere le persone più vulnerabili al virus, in una fase in cui c’è una certa stanchezza vaccinale”.

Previsioni impossibili e mini-onde

“Covid-19 ci ha insegnato ad essere molto cauti con le previsioni. Sappiamo che la malattia si è attenuata grazie a una minor patogenicità ma anche all’effetto dei vaccini – ha spiegato Marco Falcone, dell’Università di Pisa – Gli studi ci dicono che anche Omicron avrebbe avuto un effetto pesante senza le vaccinazioni. Per il futuro possiamo prevedere non più grandi ondate ma delle mini-onde a livello locale, con il virus che andrà a colpire soprattutto i pazienti fragili e immunodepressi. Ecco: per anziani, malati oncoematologici e immunodepressi la pandemia non è finita”.

Manca una rete di sorveglianza attiva

“E’ finita l’emergenza ma non la pandemia, e noi siamo senza rete. Adesso – ha puntualizzato Pier Luigi Bartoletti, vice segretario nazionale vicario e segretario provinciale di Roma della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) non abbiamo una rete di sorveglianza attiva e quindi siamo esposti, qualora il virus dovesse creare problemi. Serve una consapevolezza maggiore sulla necessità di reti di sorveglianza attiva sul territorio per prevenire eventuali altri picch. Quando riapriranno le scuole”, dopo l’estate, è prevedibile una circolazione maggiore, e “sarebbe opportuno avere in piedi reti di sorveglianza”, ha aggiunto Bartoletti.

Long Covid da incubo

Intanto sono numetosissimi i pazienti colpiti da Long Covid, con una molteplicità di sintomi che persistono dopo la guarigione per settimane, mesi, anni. In 40mila si sono riuniti su Facebook nell’Associazione Italiana Long Covid, fondata da Morena Colombi, contagiata prima che arrivassero i vaccini e afflitta “da questa giostra di sintomi da oltre tre anni”, come ha raccontato.

L’associazione ha realizzato un’indagine fra gli iscritti rilevanto più di 200 sintomi diversi, con le donne più colpite, un’età media di 45 anni e una frequenza dei disturbi cognitivi maggiore del 40% fra i non vaccinati, come ha ricordato Marco Caruson, componente dell’associazione e fondatore della piattaforma Mama Health.

Infine Alessandro Segato, rappresentante dell’Associazione Immunodeficienze Primitive, ha ricordato la carenza di immunoglobuline perché in piena pandemia si sono ridotte le donazioni di sangue e l’importanza dell’aderenza alle campagne vaccinali per tutelare quanti non possono sottoporsi al vaccino.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.