Covid, i numeri in Italia e le nanovescicole dell’Iss

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Mentre in giro si vedono sempre meno mascherine, risultano ancora in calo i contagi e i decessi legati a Covid-19 in Italia. Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, nella settimana dal 2 all’8 giugno si sono  registrati 9.084 nuovi casi, in diminuzione del 31,2% rispetto alla  settimana precedente (quando erano 13.208).

Bisogna ricordare che sono sempre meno i connazionali che si sottopongono al tampone, e dunque il dato è ormai da tempo sottostimato. Quanto ai decessi, sono 108 quelli segnalati nel periodo in esame, in flessione del 13,6% rispetto alla settimana precedente.

I numeri nel mondo

Il trend italiano, in realtà, è comune anche a livello internazionale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dall’8 maggio al 4 giugno sono stati segnalati oltre 1,7 milioni di nuovi casi Covid nel mondo, con 10.000 decessi. I dati sono in calo rispettivamente del 38% e del 47% rispetto ai 28 giorni precedenti. L’Oms segnala però che “diversi Paesi” registrano un aumento dei casi, guidato dalle varianti di interesse Kraken e Arturo. E “questo aumento può essere accompagnato da un aumento di ricoveri e decessi, anche se inferiori rispetto alle precedenti ondate”.

Lo studio sui vaccini e le nanovescicole

Nonostante tutto, la ricerca non si ferma. Sul fronte vaccini si segnalano i risultati positivi degli studi preclinici di una originale piattaforma basata sull’ingegnerizzazione delle vescicole extracellulari, sviluppata dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il lavoro, pubblicato su ‘NPJ Vaccines’, mostra che, utilizzando la proteina N del virus come antigene, il sistema ha permesso di ridurre anche più di 1000 volte i livelli di replicazione del virus nei polmoni dei topi di laboratorio. Un effetto antivirale persistente anche a distanza di mesi dalla vaccinazione, hanno spiegato dall’Iss.

“Questo particolare metodo di vaccinazione consiste nell’introdurre la proteina immunogenica di interesse (antigene) all’interno delle vescicole extracellulari naturalmente rilasciate dalle cellule muscolari. Le nanovescicole così prodotte – ha detto Maurizio Federico, che ha coordinato la ricerca – sono in grado di diffondersi in ogni distretto tissutale, inducendo una potente risposta da parte dell’immunità cellulare in grado di eliminare selettivamente le cellule che esprimono l’antigene selezionato. Uno degli aspetti più promettenti dimostrati in questi studi riguarda proprio la capacità di questo metodo di indurre una forte e, soprattutto, duratura immunità cellulare in tessuti, come quello polmonare, che di norma lasciano penetrare con difficoltà le cellule immunitarie presenti nel sistema circolatorio”.

Un risultato che potrebbe rivelarsi interessante non solo contro Covid-19, ma anche in diversi tipi di malattie oncologiche. Federico ha spiegato che ora si procederà con i test sull’uomo, mentre studi addizionali stabiliranno la sicurezza della piattaforma vaccinale e la sua tollerabilità.

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