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Sesso e infezioni, il trend in Italia

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Riflettori puntati sul sesso, questa volta dal punto di vista della salute. Nel mirino i rapporti non protetti, che espongono a una serie in infezioni, dall’Hiv, alla gonorrea, fino alla sifilide solo per ricordarne alcune.

Il trend in Italia

Ebbene, nel 2021 le infezioni sessualmente trasmesse sono risultate in aumento rispetto al 2020, anno in cui i dati hanno però risentito dell’emergenza Covid-19. Mentre rispetto al 2019 si registra un numero stabile delle persone con una infezione contratta facendo sesso. E’ quanto emerge dal rapporto annuale sulle Ist pubblicato dal Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto superiore di sanità, relativo ai due sistemi di sorveglianza sentinella delle Ist attivi in Italia, uno basato su centri clinici e l’altro su laboratori di microbiologia clinica.

Di che si tratta

Le infezioni sessualmente trasmesse costituiscono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che colpiscono milioni di individui in tutto il mondo. In Italia sono presenti due sorveglianze sentinella, una basata su centri clinici e attiva dal 1991 (segnala le persone con una diagnosi confermata di Ist in atto) e una basata su laboratori di microbiologia clinica, attiva dal 2009 (segnala le persone che si sottopongono a test di laboratorio per Chlamydia trachomatis o Trichomonas vaginalis o Neisseria gonorrhoeae), entrambe coordinate dal Coa dell’Istituto Superiore di Sanità. La raccolta e l’invio dei dati avviene tramite un sistema di segnalazione online via web.

Il report

Nelle 40 pagine del report vediamo che rispetto al 2019 la riduzione maggiore di casi (-14,5%) si è osservata in donne eterosessuali, mentre per gli uomini eterosessuali il trend è sostanzialmente stabile. Negli stessi anni, tra i maschi che fanno sesso con maschi (Msm) si rileva un aumento dell’88%.

E ancora: la clamidia, la gonorrea e la sifilide primaria e secondaria hanno mostrato gli aumenti maggiori nel 2021 rispetto al 2020, in modo particolare tra i maschi che fanno sesso con maschi.

I giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di infezione da Chlamydia trachomatis tripla rispetto ai più grandi. La riduzione del numero di casi di condilomi ano-genitali (-31%) che si è osservata dopo il 2016 è molto probabilmente attribuibile all’efficacia delle campagne vaccinali anti-Hpv, segnalano i ricercatori. Mentre il numero di persone che hanno effettuato un test per clamidia è diminuito del 32% nel 2021 rispetto al 2020.

Nel 2021, la prevalenza Hiv nelle persone con diagnosi di Ist è rimasta simile a quella del 2020 e pari al 14,7%. La prevalenza di infezione da Hiv tra le persone con una infezione sessualmente trasmessa nel 2021 è circa 70 volte più alta di quella stimata nella popolazione adulta italiana.

“Questi risultati – concludono gli autori del rapporto – sottolineano la necessità di pianificare una strategia nazionale per il controllo delle Ist che favorisca la diagnosi e il trattamento precoce, nonché la promozione del test Hiv a tutte le persone con una Ist e una collaborazione attiva tra strutture ospedaliere e territorio, in modo da favorire l’assistenza attraverso un Percorso Integrato di Cura della persona a rischio”. Giova infine ricordare che, per difendersi da queste infezioni, è fondamentale evitare rapporti non protetti, ovvero usare il profilattico.

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