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Covid e varianti, ma i tamponi le intercettano?

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Aumentano i casi di Covid-19 in Italia e da più parti arrivano segnalazioni di persone con sintomi sospetti – tosse, mal di gola, debolezza, raffreddore, febbricola – ma tamponi negativi.

Che cosa sta succedendo? I test anti-Covid sono in grado di intercettare anche le nuove varianti? E c’è differenza tra i tamponi realizzati in farmacia o nei laboratori e quelli fai da te?

Fortune Italia lo ha chiesto a due esperti: l’epidemiologo Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi. Ecco cosa ci hanno detto.

La variante sospetta

“E’ vero: ci sono molte segnalazioni di persone con sintomi simil-Covid ma tamponi negativi, anche a tre giorni dalla comparsa dei primi sintomi – sottolinea Ciccozzi – Questo potrebbe essere dovuto alla variante Pirola, che dal punto di vista immunogenetico si discosta molto dalle altre forme di Covid-19 che conosciamo, compresa Eris (attualmente in crescita in Italia, ndr): il tampone antigenico dovrebbe individuare ‘EG.5’, perchè non si discosta dal ‘brodo delle varianti’ che ben conosciamo”.

Pirola invece, “come ci ha detto uno studio fatto su topi immunizzati con la proteina Spike, è molto diversa. Si è visto che questa forma ha 33-34 mutazioni che potrebbero dunque influire sul risultato del tampone antigienico. Ma attenzione: questa non è un’osservazione scientifica”, avverte l’epidemiologo. “Non è ancora scientificamente dimostrato” che questa forma ‘sfugga’ ai tamponi.

La manualità

Piuttosto, aggiunge Ciccozzi, nel caso dei test anti-Covid casalinghi occorre tener conto anche della manualità di chi li esegue. “Il tampone fai da te richiede una certa tecnica – ribadisce Ciccozzi – che non tutti hanno. Mentre in farmacia il personale sa bene come gestire questi test. Infine il tampone molecolare: su questo non abbiamo dubbi, prende tutte le varianti perchè ricerca l’Rna virale e dunque nulla sfugge”.

La sensibilità di antigenici e molecolari

“I test antigenici, lo sappiamo da sempre – precisa Pregliasco – hanno una sensibilità inferiore rispetto ai tamponi molecolari, ma ovviamente la praticabilità e il costo di questi ultimi ne ha reso necessaria l’adozione. Ad oggi – conferma il virologo – non ci sono prove che dimostrino una sensibilità inferiore di questi esami rispetto alle attuali varianti. Il problema – conclude Pregliasco – è anche legato al tempo che passa dall’inizio dell’infezione e dalla sintomatologia alla presenza di una carica virale tale da essere rilevata da questi test”. Come dire: il risultato può risultare negativo perchè il test è fatto troppo presto.

Insomma, sono diversi i fattori che potrebbero influire sul fenomeno dei tamponi negativi in chi ha sintomi sospetti. In attesa di dati sulla sensibilità dei tamponi antigenici rispetto alle attuali varianti Covid, “il mio consiglio a quanti pensano di fare un tampone – conclude Ciccozzi – è quello di evitare il fai da te”.

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