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Dispositivi medici, un’alleanza per cancellare il payback

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Se gli allarmi di queste settimane sull’andamento dell’economia italiana sembrano lasciare poche speranze (e poco spazio nella Manovra), la battaglia contro il payback per le imprese che producono dispositivi medici non si ferma. E anzi, riparte forte di una nuova alleanza. 

Payback dispositivi medici, Boggetti: “L’unica strada è l’abolizione”

Protagoniste due associazioni di settore: Confindustria Dispositivi Medici e  Federazione Italiana Fornitori in Sanità (Fifo), aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia, con la collaborazione di Aforp (Associazione Fornitori Ospedalieri), che ne hanno parlato in occasione del 7° Forum Mediterraneo in Sanità di Bari.

“Lavoreremo insieme – affermano le due associazioni – per la cancellazione del payback e per la realizzazione di proposte alternative per la governance del settore dei dispositivi medici, che colga le esigenze di sostenibilità e garantisca lo sviluppo del comparto a vantaggio dell’innovazione e della qualità della salute dei pazienti”. Insomma, le imprese del settore non ci stanno e tengono alta l’asticella: l’obiettivo è cancellare questa misura.

Una filiera con oltre 118mila addetti

Secondo le due organizzazioni, infatti, il payback mette a repentaglio l’intera filiera dei dispositivi medici, settore con oltre 4.449 imprese e più di 118mila addetti. Nel mirino entità, tempistiche e retroattività delle richieste.

Per Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria Dispositivi Medici, “attivare un dialogo costruttivo con Fifo” sulla questione payback è un’occasione importante “per trovare soluzioni per tutta la filiera e di conseguenza per il bene comune e per la tenuta del Ssn”.

“Siamo molto soddisfatti per aver rafforzato un dialogo volto alla risoluzione di questa criticità che incombe sulle imprese fornitrici di dispositivi medici. Il payback – ha evidenziato Giorgio Sandrolini, delegato di Fifo Sanità Confcommercio e presidente Asfo Emilia-Romagna – resta una spada di Damocle sia da un punto di vista economico che sanitario. Continueremo a confrontarci con Confindustria per proporre strategie alternative, che permettano al Governo di superare questa norma”. E alle imprese di guardare al futuro con occhi diversi.

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