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Giovani medici pronti allo sciopero: il caos specializzazioni

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Questa volta sembra, come dice il proverbio, che ci sia il pane ma non i denti. A suscitare le ire dei giovani medici, pronti a scendere nuovamente in piazza in quello che – dopo la recente manifestazione a Roma – sarebbe il primo sciopero generale degli specializzandi, sono i 4.477 contratti di specializzazione non assegnati.

Un paradosso, dal momento che l’Italia, come abbiamo lamentato più volte, è affetta da una drammatica mancanza di specialisti. Ma che cosa sta succedendo?

La protesta degli specializzandi: “Siamo medici non tappabuchi”

A ricostruire la vicenda sono le associazioni rappresentative dei medici specializzandi Anaao Giovani, Als e Gmi. Dai dati raccolti dalle Associazioni, si evince che solo 11.688 candidati su 14.036 si sono visti assegnati uno dei 16.165 contratti di formazione.

Colpa di “una errata programmazione dei medici specialisti causata da una sbagliata suddivisione dei contratti a bando, con evidenti storture che hanno portato a diminuire i contratti in quelle scuole che lo scorso anno erano state pienamente coperte e viceversa aumentarli in quelle scuole con già poche assegnazioni. La situazione è molto compromessa: 1 contratto statale su 4 non è stato assegnato (24,5%) , così come la maggioranza dei contratti regionali (51,3%), la stragrande maggioranza dei contratti Ssn (78,1%)”, scrivono i giovani medici.

L’emergenza urgenza in estinzione

Mancano medici di pronto soccorso, lo sappiamo. E allora lascia perplessi scoprire che il dato più preoccupante riguarda la scuola di specializzazione d’emergenza-urgenza: su 855 contratti stanziati ne sono stati assegnati solo 266 (il 69%) con ben quattro senza alcuna assegnazione (tra cui Sapienza di Roma – Umberto I e San Raffaele di Milano). Per i giovani medici questo certifica “l’estinzione” della figura dello specialista in medicina d’emergenza, con l’avanzata della figura del medico gettonista.

Le scuole deserte

Ci sono poi scuole che non hanno nemmeno uno specializzando assegnato: sono ben 103, oltre a 127 ulteriori scuole con meno del 25% di specializzandi assegnati. “È mortificante constatare che ben 44 scuole di Anatomia patologica, Patologia clinica e Microbiologia saranno senza nessun medico specializzando”, dicono i giovani medici. E questo anche in Università notoriamente “ambite” come Milano San Raffaele (4 scuole), Humanitas sempre di Milano (2 scuole) oppure Campus Biomedico di Roma (4 scuole) e infine la Cattolica di Roma (4 scuole).

Da dove nascono i problemi

“Una Caporetto” dicono i ‘camici bianchi’, da tempo convinti che “il semplice aumento dei contratti stanziati in medicina d’emergenza, associata ad un aumento globale dei contratti e in assenza di una riforma della formazione medica, non solo non avrebbe risolto il problema della carenza di specializzandi d’emergenza ma l’avrebbe addirittura peggiorata dandole il colpo di grazia, in un contesto concorsuale mal gestito e con controlli poco adeguati in cui vi sono già diversi casi di concorrenti iscritti a una specializzazione che si sono visti assegnare i punteggi curriculari, concorrenti che hanno dichiarato requisiti per accedere a contratti finanziati da più regioni e concorrenti che hanno erroneamente auto-dichiarato essere portatori di handicap, certificando pertanto una graduatoria falsata che ci auguriamo non sia oggetto di ricorsi con ulteriori ritardi e disservizi”.

Nel mirino la gestione del ministero dell’Università. I giovani medici chiedono un incontro non solo con i funzionari del Mur e dell’Osservatorio Nazionale della Formazione, come avvenuto nelle scorse settimane, ma con u funzionari del ministero della Salute e della Fnomceo, “per evitare di trovarci nelle prossime tre settimane ad un aggravamento di questa situazione già compromessa”.

La minaccia di uno sciopero generale degli specializzandi

A questo punto “siamo pronti anche a organizzare il primo sciopero generale degli specializzandi, dimostrando che se tutti i medici in formazione specialistica incrociassero le braccia anche solo per 3 giorni, migliaia di reparti universitari andrebbero in tilt e tutti i policlinici universitari andrebbero al collasso, dimostrando che la nostra categoria è una delle colonne portanti del Ssn poiché quotidianamente e contrariamente alla legge siamo costretti a fungere da tappabuchi sostituendo il personale universitario di ruolo”. Una situazione che i giovani medici non intendono più tollerare.

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