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Biotech, l’Italia verso una strategia nazionale

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Se il biotech triplicherà a livello globale tra il 2020 e il 2028, l’Italia punta decisamente a crescere e il Governo lavora a una strategia nazionale per le biotecnologie. Sono già all’esame degli uffici tecnici diverse proposte, “anche in vista della prossima Legge di Bilancio”. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervenuto all’incontro organizzato oggi a Roma da Assobiotec, l’Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie.

I numeri

La realtà biotech nel nostro Paese coinvolge più di 800 imprese, 13.700 addetti e oltre 13 miliardi di fatturato stimati nel 2022. Ma c’è di più. Urso ha ricordato come ogni occupato nel settore ne “geneia altri 5 nell’indotto e ogni euro investito generi un valore aggiunto di 10 euro nell’arco dei successivi 10 anni”, ha ricordato il ministro.

livello territoriale si segnala una forte polarizzazione: le prime 4 regioni (Lombardia, Lazio, Toscana e Piemonte) rappresentano oltre il 90% del fatturato, l’80% degli investimenti in R&S e l’80% degli addetti, mentre scende al 52% se si considera il numero di imprese. A guidare i territori ‘culla’ del biotech è la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Toscana fortemente specializzate nelle applicazioni per la salute, mentre sono le regioni settentrionali in genere a mostrare una marcata specializzazione nelle applicazioni delle biotecnologie ai processi industriali. A Sud, che rappresenta circa il 20% in termini di numero di imprese, emergono la Campania (poco meno dell’8%) e la Puglia (poco più del 4%).

Un settore strategico

Innovative per definizione, “le biotecnologie sono una parte essenziale della strategia della nuova politica industriale che il Governo ha inaugurato sin dall’inizio della legislatura. Nell’attuale e difficile contesto internazionale – ha detto Urso – è fondamentale avere chiare le azioni da portare avanti in chiave di indipendenza e autonomia strategica“.

In questo primo anno di Governo, il biotech ha trovato spazio nei tavoli settoriali della farmaceutica e in quello del biomedicale “in considerazione della valenza orizzontale del comparto. Assobiotec ha fatto pervenire alcune proposte per lo sviluppo del settore che sono all’esame degli uffici tecnici anche in vista della prossima Legge di Bilancio. E vi ringraziamo di questo contributo”, ha aggiuno il capo del Mimit parlando ai rappresentanti delle imprese del settore.

Un volano per il progresso

“Per il ruolo chiave che queste tecnologie hanno per i progressi nel campo della salute, dello sviluppo sostenibile, dell’economia abbiamo ritenuto necessario dedicare” al biotech “una specifica Strategia che si basa sul confronto continuo con tutti gli stakeholder”, ha ribadito.

Perchè non mancano le criticità. “Scontiamo storici deficit in tutti i passaggi che portano dalla ricerca al brevetto, al trasferimento tecnologico al finanziamento dell’innovazione, all’industrializzazione e quindi alla valorizzazione dell’innovazione stessa. Siamo già oggi impegnati su queste aree che saranno meglio declinate nella Strategia per le biotecnologie a cui stiamo lavorando. I numeri dell’Italia sono positivi ma denotano ancora ritardi rispetto ai grandi big mondiali con cui abbiamo il dovere di confrontarci”, ha sottolineato Urso.

Competenze, formazione, ricerca

Servono competenze, formazione e ricerca. L’obiettivo del Governo è “portare alla nascita e allo sviluppo di nuove imprese innovative – ha puntualizzato Urso – Rendere le soluzioni biotech accessibili ai cittadini e alle imprese in modo ampio e rapido, creando le condizioni normative ed economiche affinché possano esprimere tutto il loro valore economico e sociale”. Ma anche “accrescere la capacità del sistema Paese di attrarre investimenti per le biotecnologie, riconoscendo la necessità di semplificazione delle norme e di dare velocità attuativa. E, ancora, diventare competitivi per l’attrazione di capitali e know how”.

La chiave per crescere

Un intervento accolto con favore da Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec-Federchimica. “Oggi per crescere e competere nel panorama internazionale è fondamentale avere una visione condivisa di un ecosistema che favorisca lo sviluppo delle idee innovative e ne consenta la trasformazione in soluzioni per i cittadini – ha detto Greco – Il percorso a cui il Governo sta lavorando e le dichiarazioni che abbiamo oggi ascoltato sono una risposta importantissima che va in questa direzione. Ci auguriamo dunque che la Strategia nazionale per le biotecnologie possa finalmente rappresentare quella cabina di regia” chiave per la “l’eccellenza italiana nell’innovazione biotech”. L’Italia del biotech ha ancora numeri piccoli rispetto ad altri Paesi, ma i talenti non mancano, come anche la voglia di crescere.

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