GILEAD

One Health priorità globale

Gilead

Tra le rare ricadute positive della pandemia, c’è forse quella di aver sdoganato una volta per tutte il concetto di One Health e aver fatto comprendere anche al grande pubblico l’impatto della compromissione della salute animale e dell’ambiente sull’uomo. A distanza di quattro anni dalla sua comparsa, non è ancora stata chiarita l’origine del famigerato nuovo coronavirus e le due teorie principali dello spillover zoonotico dal mercato di Huanan e della fuoriuscita dal laboratorio dell’Istituto di Virologia di Wuhan continuano a fronteggiarsi, senza che una prevalga sull’altra.

La pandemia è una paradigmatica case history di One Health che ha messo ben in evidenza la scarsa prontezza di riflessi dell’Organizzazione mondiale della sanità nel dichiarare Covid-19 un’emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale e il successivo altalenante atteggiamento circa una presunta responsabilità cinese rispetto all’accaduto, come ben ricostruito da Lawrence O. Gostin (O’Neill Institute for National and Global Health Law, Georgetown University Law Center, Washington, Usa) e Gigi K. Gronvall (Johns Hopkins Center for Health Security, Baltimore, Usa), in un recente editoriale sul New England Journal of Medicine. Perché l’affaire Covid-19, al di là degli evidenti risvolti scientifici e di salute pubblica, è stato dall’inizio anche una spinosa questione di politica internazionale, infarcita di accuse, fake news, segreti e reticenze.

Probabilmente non se ne verrà facilmente a capo, ma intanto i due autori suggeriscono di difendersi da eventuali futuri spillover utilizzando in primis una strategia One Health, visto che il 60% delle epidemie, mai osservate prima nell’uomo, deriva da zoonosi naturali. Occorre dunque implementare regole più stringenti per i ‘mercati umidi’ e leggi che proibiscano il commercio della fauna selvatica. Arrestare la deforestazione contribuirebbe poi a creare un ‘cuscinetto’ tra gli animali selvatici e l’uomo, mentre l’uso di pratiche di allevamento sostenibili potrebbe evitare il sovraffollamento delle strutture e ridurre l’uso di antibiotici profilattici, con evidenti ricadute sulla prevenzione della resistenza antibiotica. In poche righe insomma c’è tutto il manifesto One Health calato nella realtà quotidiana. Una pesante avvisaglia di quanto la triade ‘salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali’ sia intrinsecamente connessa si era fatta sentire forte e chiara con il dramma ‘mucca pazza’, che di fatto aveva trasformato dei grossi erbivori come le mucche in animali onnivori, nutriti a sfarinati di ossa e avanzi di carne. Ma 30-40 anni fa evidentemente i tempi non erano pronti per sviluppare una sensibilità One Health. Che adesso è diventata una priorità, strettamente legata alle modificazioni dell’ambiente, causate dai cambiamenti climatici che hanno ‘portato’ in Italia malattie tropicali trasmesse dalle zanzare come il West Nile Virus e la dengue.

La ‘salute unica’ è dunque un tema prioritario, che merita la messa a terra di una serie di azioni volte a promuoverla in maniera sinergica. È intorno a questi obiettivi e riflessioni che si è coagulato lo scorso giugno l’Intergruppo parlamentare One Health, promosso dagli onorevoli Luciano Ciocchetti e Ylenja Lucaselli. A coadiuvarne i lavori c’è un Comitato tecnico scientifico, formato da esperti in vari settori, che contribuirà a valutare il tema dal punto di vista legislativo, socio-economico, culturale, scientifico e tecnologico. Obiettivo dichiarato dell’Intergruppo è arrivare a definire un modello di governance per superare l’attuale frammentazione che caratterizza le iniziative a tutela della salute ambientale, umana e animale. E naturalmente, far entrare la componente ambientale nelle agende delle istituzioni che si occupano di salute.

Ma non solo. Oltre un decennio di attenzione costante ai principi ESG ha fatto sì ormai che quasi tutte le più grandi aziende del mondo, la quasi totalità di quelle della Fortune 500, pongano massima attenzione all’impatto sull’ambiente e comunichino con orgoglio i loro impegni per la sostenibilità. Sì, c’è un po’ di esagerazione ma sotto questa spinta sta cambiando – anche se meno velocemente di quanto sperato – il comportamento delle aziende e dei consumatori. È ora però di aggiungere una H a ESG (ESG+H) e parlare anche di benessere e qualità di vita. La sfida è quella di assicurare eguale attenzione alla protezione e promozione della salute pubblica, altrettanto essenziale quanto i principi ambientali, sociali e di governance. E questo fuori ma anche dentro le imprese.

Ma per trasformare le buone intenzioni in interventi trasformativi è necessario misurare la portata di queste azioni con riscontri sul lungo periodo, senza limitarsi a interventi emergenziali e mitigativi. Fondamentale fare cultura anche tra i cittadini e sostenere ricerca e formazione, tutti punti all’ordine del giorno del Progetto ‘One Health Alliance Italia’, promosso dall’Intergruppo parlamentare One Health e da Fortune Italia, che prevede una serie di attività (tavoli di lavoro, eventi e convegni, approfondimenti) i cui risultati saranno resi disponibili su un portale innovativo (www.progettoonehealth.org) pensato come un ‘luogo’ abitato da idee e proposte.

Intanto dal Climate Ambition Summit della 78° Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA78) arriva un forte richiamo ai leader mondiali da parte del segretario generale António Guterres. “Il futuro dell’umanità è nelle vostre mani. Possiamo ancora costruire un mondo fatto di aria non inquinata, lavori ‘verdi’ ed energia pulita e sostenibile per tutti”. In un meeting collaterale è stato infine raggiunto un accordo storico per rafforzare la cooperazione internazionale per evitare di ripetere l’esperienza di Covid-19, devastante sul piano sanitario e socio-economico. E far sì che il mondo sia più preparato ad affrontare eventuali future pandemie.

 

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.