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Zuppi: “Un sussulto di umanità per metter fine alla guerra”

Al centro il Cardinal Zuppi riceve la targa da Paola Binetti
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“Abbiamo visto terroristi che uccidono per uccidere, che non rispettano l’innocenza e la vita. Questo deve darci un sussulto di umanità, la convinzione che tutto ciò sia davvero inaccettabile. E rafforzarci nella difesa dei diritti dei più piccoli, che proprio per la loro fragilità sono i più colpiti” dai conflitti. A sottolinearlo è il Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Zuppi ha parlato con la stampa a margine dell’evento organizzato da Medicina e Frontiere, l’associazione culturale fondata nel 2019 dal professor Michele Guarino, per la consegna degli Speciali riconoscimenti 2023 a sei personalità del mondo cattolico, della cultura e del giornalismo che, nella quotidianità del loro vissuto, si sono impegnate nella tutela dei diritti umani. 

Diritti umani e salute, i ‘magnifici 6’ di Medicina e Frontiere

Tra i premiati anche il presidente della Cei, impegnato nella missione di pace voluta da Papa Francesco per far cessare il conflitto in Ucraina, al quale si è aggiunto il nuovo fronte di Gaza. Negli ultimi 18 giorni, nella Striscia secondo alcune stime sarebbero stati 2.360 i bambini morti e 5.364 i feriti, con decine di piccoli israeliani uccisi e altri ancora in ostaggio dei terroristi. Come sempre, i più vulnerabili sono i piccoli.

Il mondo sta vivendo giorni difficili. Ma “dobbiamo avere speranza anche quando le cose sono più difficili. Credo che chi continua ad avere tanta speranza sia Papa Francesco” ha detto Zuppi, sottolineando come non sia “innocuo il tempo che passa: ogni giorno c’è tanta gente che muore”.

Le guerre di quest’epoca sono strappi violenti, “ma dobbiamo sempre credere che il rammendo sia possibile”, ha aggiunto il presidente della Cei, sottolineando più volte come nei conflitti che insanguinano il pianeta i bambini siano troppo spesso vittime dimenticate. Ma allora qual è adesso la sua speranza? “La speranza – risponde Zuppi – è che si possa continuare nello sforzo di questi mesi, e ridare ai bambini la loro famiglia, far sì che possano tornare in Ucraina. Ma solo finendo la gurra si può costruire il futuro”.

In questo quadro “la dimensione della preghiera non è l’ultima spiaggia, ma la prima, per disarmare i cuori e le mani. Per qualcuno può sembrare un’aspirazione ingenua, ma deve invece diventare realismo, un percorso, delle soluzioni. Deve trovare un impegno ad ampio spettro”, declinato sul lato “umanitario, diplomatico e politico, nella convinzione che dobbiamo re-imparare a vivere insieme. Questo è l’unico modo per avere un futuro”, ha concluso Zuppi, ricordando come a chiedere di pregare per lui sia, da sempre, Papa Francesco. “Adesso capiamo il perchè”, ha concluso con un sorriso amaro il cardinale.

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