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Ricerca, Mattarella e le giovani menti migliori che restano all’estero

Mattarella
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Per innovare servono menti giovani. Lo sanno bene gli imprenditori del tech, delle biotencologie e delle scienze della vita. Giovani talenti di cui l’Italia è ricca, ma che ahimè molto spesso scelgono di fare armi e bagagli e di trasferisi. Perchè trovano altrove le condizioni ideali per mettere a frutto le proprie competenze.

A mettere in luce questo male tutto italiano è stato, non per la prima volta dobbiamo dire, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso delle celebrazioni al Quirinale dei ‘Giorni della Ricerca’ Airc.

Talenti in fuga

“I nostri giovani ricercatori sono bravi: si fanno valere in ogni contesto, emergono per qualità in tanti laboratori di tutto il mondo. Sono un orgoglio per il nostro Paese, oltre che un motore per l’Europa. Purtroppo – ha detto Mattarella – sappiamo che le nostre risorse globalmente destinate alla ricerca scientifica sono limitate rispetto agli standard che dovremmo raggiungere”.

Così “tanti giovani vanno all’estero e vi restano, non perché non vorrebbero lavorare in Italia, ma perché da noi talune condizioni, economiche e professionali, sono poco aperte, meno competitive”. Un dramma per l’Italia, anche perchè “la ricerca – ha sottolineato il presidente della Repubblica – è garanzia di futuro”. Un futuro che troppo spesso oggi deve fare a meno dei suoi talenti migliori.

Un’impresa collettiva contro il cancro

D’altra parte molto è stato fatto contro queste malattie. “La battaglia contro il cancro – ha detto ancora Mattarella – è una grande impresa collettiva: richiede impegno, collaborazione, sostegno reciproco, fiducia. Curare, sperimentare, fare ricerca, promuovere la produzione di nuove terapie, di nuovi farmaci. E’ in questo percorso che si riassume l’impegno prezioso di migliaia di operatori. Passi da gigante sono stati compiuti negli ultimi decenni”. Progressi che infondono fiducia nell’azione che viene dispiegata.

“Quando l’Airc fu fondata, i tumori erano considerati malattie incurabili. Oggi è mutata profondamente la coscienza in proposito, non soltanto dei medici, ma degli stessi pazienti e delle loro famiglie”.

I numeri dei tumori

Non possiamo abbassare la guardia. “Ogni anno in Italia vengono diagnosticati oltre 350.000 casi di tumore, con una stima di incremento al 40% entro il 2040. Questo è un problema che rappresenta veramente una sfida per i servizi sanitari – ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento al Quirinale – e necessita di una nuova visione, di dimensione non solo nazionale ed europea, con soluzioni che sfruttino al meglio l’evoluzione delle conoscenze, la disponibilità di strumenti diagnostici e terapeutici innovativi funzionali a migliorare prevenzione e trattamento delle patologie oncologiche”.

Il riconoscimento a Federfarma

Nel corso della cerimonia, una delegazione di Federfarma composta dal presidente Marco Cossolo, il segretario nazionale Roberto Tobia e il presidente del Sunifar Gianni Petrosillo è stata ricevuta al Quirinale. Cossolo e Tobia hanno ricevuto il Premio “Airc Credere nella Ricerca”, consegnato da Mattarella.

Fra i premiati oggi al Quirinale anche Mara Venier per il suo impegno continuativo a fianco di Fondazione Airc, Antonio Pescapé, professore ordinario di Sistemi di elaborazione dell’informazione e delegato del Rettore all’Innovazione e alla Terza Missione dell’Università Federico II di Napoli e Andrea Necchi dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

La delegazione di Federfarma, al centro il presidente Mattarella tra Cossolo (con il premio) e Tobia

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