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Antibiotico resistenza, i costi economici e in vite umane

antibiotico resistenza
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Fanno paura i numeri dell’antibiotico resistenza. Un fenomeno legato all’uso eccessivo o scorretto degli antibiotici che, secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, causa oltre 10 mila morti l’anno in Italia, uno dei Paesi europei più colpiti. 

Ma l’antibiotico resistenza impatta anche sull’economia. I costi previsti al livello mondiale sono “di 100 trilioni di dollari entro il 2050. Con un impatto economico stimato per le infezioni resistenti ospedaliere che, secondo un recente studio del Ceis Tor Vergata, è stato di  285 milioni di euro, su un totale di 858 milioni di euro dovuto alle infezioni correlate all’assistenza”. Parola di Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, intervenuto in vista della Giornata europea di domani e la World AMR Awareness Week promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’impegno della ricerca

“Sono 300 i farmaci e 150 i vaccini in sviluppo nel mondo per combattere le infezioni batteriche resistenti. Risultati importanti, ma rimane ancora molto da fare. L’antibiotico resistenza è un fenomeno che ha effetti devastanti. Anzitutto per la salute: secondo l’Oms a livello internazionale nel 2019 ha causato direttamente 1.2 milioni di morti”. 

Una strategia One Health

“E’ sempre più necessaria una risposta globale e determinata per definire con la massima urgenza strumenti dedicati di incentivazione alla ricerca e di accesso prioritario. L’Europa e la Commissione Ue – ha ammonito Cattani – non possono perdere questa sfida a causa di immobilismo, assenza di visione strategica o incapacità di connettere il valore della ricerca alla dimensione della competizione globale per gli investimenti e le competenze scientifiche e tecnologiche, attraverso policy moderne, flessibili ed efficaci. Tutto questo ancora non c’è”.

“Il nostro Governo, con i ministri Orazio Schillaci, Raffaele Fitto e Antonio Tajani, sta facendo un ottimo lavoro di squadra, dando all’Italia un ruolo da protagonista in Europa e nel Mondo. Chiediamo loro – ha aggiunto il presidente di Farmindustria – di incalzare sistematicamente la Commissione Ue perché abbia un approccio pragmatico, al servizio delle imprese e dei cittadini europei, rispetto a quei sistemi, Stati Uniti e Cina in particolare, che stanno facendo dell’innovazione il primo fattore di trasformazione della salute e dell’economia. Anche perché, come sottolineato dal Ministro della Salute, l’antimicrobico resistenza sarà tra i temi della salute prioritari del prossimo G7 che si terrà quest’anno in Italia”.

Il Piano italiano

Le strategie per arginare i superbug sono delineate nel Piano nazionale di contrasto all’antibiotico resistenza 2022-2025 e prevedono azioni multidisciplinari a livello nazionale, regionale e locale. La sorveglianza è uno dei pilastri, perché permette di stimare l’impatto epidemiologico del fenomeno e di valutare l’efficacia degli interventi messi in atto per contrastarlo.

Ma un cambio di passo è davvero urgente, se vogliamo evitare il rischio di apocalisse antibiotica paventato dall’Oms: un tempo in cui i batteri avranno imparato a bypassare le terapie disponibili.

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