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Lavoro, benessere dei top manager della sanità sotto la lente

Forum Risk management
Gilead

Imparare dagli errori è importante, proprio come il timoniere è cruciale per la sicurezza della nave. Ecco allora che diventa importante conoscere il grado di benessere dei top manager della sanità pubblica. Ebbene, forse un po’ a sorpresa – considerate le non poche criticità del Ssn – il quadro che arriva da una ricerca ad hoc promossa da Federsanità e presentata al Forum Risk Management 2023 di Arezzo lascia ben sperare. Anche se, naturalmente, il carico di lavoro dei responsabili è aumentato post-pandemia.

Ma è il significato dato al proprio lavoro ad alimentare, di fatto, la resilienza organizzativa delle direzioni strategiche. I cui responsabili appaiono (o si sentono) coinvolti, energici e resilienti. Ma soprattutto appassionati del proprio lavoro e convinti di fare la differenza. L’indagine, condotta su un campione di strutture della sanità pubblica, puntava a ‘monitorare’ il grado di benessere delle Direzioni strategiche delle Aziende sanitarie e ospedaliere, per capire in che modo il top management valuta il ruolo delle relazioni interpersonali nelle attività lavorative. La Direzione strategica aziendale è costituita dal Direttore generale, dal Direttore sanitario, dal Direttore amministrativo e dal Direttore sociosanitario: la sua funzione principale è guidare il sistema organizzativo per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, coordinandone le strutture.

Il questionario

Un questionario di 76 items è stato utilizzato per esplorare il punto di vista della Direzione strategica, i punti di forza, le criticità e le aree da migliorare. A rispondere sono state le direzioni strategiche di tutte le regioni: 41,9% area Centro; 40,7% area Nord; 17,4% area Sud. Il 58,1% è costituito da direzioni strategiche di Asl territoriali.

I risultati

Dai risultati, elaborati in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia del Lavoro dall’Università Sapienza di Roma, emerge che tutte le risorse personali (autoefficacia lavorativa, autoefficacia nella gestione delle emozioni negative, autoefficacia relazionale, stile di leadership, resilienza, gestione dei conflitti) risultano molto alte e positive. Il 65,1% del campione ha dichiarato di riuscire a trasformare un fallimento in un’occasione di apprendimento, mentre l’84,5% ritiene che il proprio lavoro sia utile alla società. In sostanza, i top manager provano entusiasmo, energia e coinvolgimento per il proprio lavoro e sono convinti che la propria organizzazione sia capace di superare le difficoltà e mantenere un ruolo di eccellenza nel mondo della sanità.

“Lo stato di benessere rappresenta l’insieme delle percezioni condivise dai membri di un gruppo – ha sottolineato Tiziana Frittelli, presidente di Federsanità e Dg dell’Ao San Giovanni Addolorata di Roma – rispetto al funzionamento organizzativo, alle relazioni sociali e alle attività lavorative e determina il coinvolgimento nel lavoro, il legame con l’organizzazione, ma anche la produttività delle persone. Sono quattro i punti di forza che abbiamo voluto sollevare con questo lavoro di indagine. Innanzitutto approfondire il ruolo delle risorse personali nel superare le difficoltà ed affrontare efficacemente la complessità che caratterizza in modo trasversale le attuali realtà sanitarie. Poi  identificare le principali determinanti degli esiti organizzativi, in termini di fattori individuali e di contesto sociale, e individuare eventuali azioni migliorative e di intervento per migliorare il benessere organizzativo e il coinvolgimento nel proprio lavoro. Infine, fornire una restituzione sulle dimensioni rilevate (individuali, di contesto e di esito), impiegando l’analisi dei singoli item come approfondimento in caso di particolari criticità”.

L’effetto pandemia

Nel mirino anche questioni come “carico di lavoro” e conflitto “lavoro-famiglia”: il 63,1% ha indicato un aumento del carico di lavoro dopo l’emergenza Covid-19 e il 75% ha dichiarato di sottrarre molto tempo alla vita personale per dedicarsi al lavoro.

Altro punto di attenzione è la percezione della collaborazione tra colleghi, della fiducia e della tolleranza dei pazienti e di comunicazione e allineamento con le Regioni. Così come la percezione della Direzione strategica in merito allo scambio di informazioni e al confronto su problematiche lavorative e della comunicazione con il middle management e con gli organi di controllo.

Se il capo fa la differenza

“Tanto più la persona vive in maniera positiva il rapporto con il capo, tanto più sarà soddisfatta e appagata. Il committment affettivo – ha detto Fabrizio d’Alba Coordinatore Forum Dg di Federsanità e direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma – è legato alla percezione del management. Le persone che percepiscono la Direzione in maniera positiva – ha spiegato – saranno più impegnate con l’organizzazione. Il top management ne ha consapevolezza? O le determinanti sono diverse? Con la Survey auspichiamo di tracciare un quadro di risposte a questi interrogativi, delineando un percorso di valorizzazione del ruolo del management delle strutture sanitarie pubbliche”.

La survey fa emergere “come punti di forza le risorse personali e il significato del lavoro, l’engagement, la resilienza organizzativa. Da attenzionare il benessere – ha sottolineato Laura Borgogni, ordinaria di Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni presso l’Università Sapienza di Roma – Emerge un forte orientamento ad intervenire individualmente nella presa di decisione, più che a dare spazio a una sinergia con le altre componenti della Direzione, e questo influenza il benessere. I principali punti di attenzione e di criticità provengono dalla relazione con il contesto sociale e dalle attività, sulle quali, tuttavia – ha concluso – è più difficile intervenire”.

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