Febbre per 700mila italiani a settimana, cosa non fare

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Brividi, occhi lucidi, mal di testa e rialzo della temperatura dilagano fra i connazionali: anche Papa Francesco è stato fermato nei giorni scorsi dalla febbre.  “Tra influenza, virus ‘cugini’, Covid-19 e virus respiratorio sinciziale possiamo stimare che circa 700 mila italiani abbiano fatto i conti con la febbre in una settimana”, dice a Fortune Italia il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio e direttore scientifico di Osservatorio Influenza. Ma attenzione: se i virus che stanno causando i rialzi di temperatura sono diversi, “la febbre non va mai azzerata“.

I numeri

Come si arriva alla stima dei febbricitanti? Secondo il report dell’Istituto superiore di sanità nell’ultima settimana sono stati 448mila gli italiani colpiti da influenza e virus ‘cugini’. “In tutti questi casi la febbre c’è. Poi abbiamo 200mila forme più deboli, magari con febbricola e oltre 45mila casi di Covid-19. Quindi possiamo stimare che la febbre sia arrivata a fermare circa 700mila connazionali”, dice Pregliasco.

Bassa o alta, come regolarsi

Contro la ‘febbre da cavallo’, ma anche la febbricola poco superiore a 37 la regola è semplice: “Va bene attenuare i sintomi, ma senza annullarli. E se il problema non si risolve dopo 3-4 giorni è bene consultare il medico”, raccomanda il virologo.

Il fatto è che la febbre “dimostra e favorisce la risposta immunitaria dell’organismo. Quindi, al contrario di quanto si possa pensare, la febbre è cosa buona. Se però è elevata non solo è pesante da sopportare, ma nei bambini può scatenare l’attacco convulsivo. Quindi la febbre va bene ma azzerarla no”.

Perchè il nostro corpo ‘alza’ la temperatura interna? “Lo scopo è aumentare il flusso sanguigno e quindi l’arrivo di anticorpi e linfociti sul posto. Inoltre la temperatura alta rende più fastidiosa la replicazione del virus”. 

E se la febbre è solo un rialzo di poche linee? La risposta resta la stessa: “Attenuiamo i fastidi senza azzerarli. Senza dimenticare che se la ‘febbricola’ si prolunga per una settimana, è bene farsi controllare dal medico”, raccomanda il virologo.

Quando serve ancora il tampone

In questa fase c’è anche Covid-19, che può manifestarsi come un forte raffreddore, ma talvolta provoca una bel febbrone. “Dipende anche dalla risposta immunitaria di ognuno di noi, che ormai è ibrida spesso e ci salva, anche se non del tutto, dallo sviluppo di sintomatologia da Sars-Cov-2. Il tampone continua a servire per le persone anziane e fragili, perchè dà l’opportunità di somministrare i farmaci specifici per Covid-19″.

Quando arriverà il picco dell’influenza

“Quanto all’influenza, i casi già ci sono – conclude Pregliasco – ma il picco possiamo attenderlo per dicembre, dopo un periodo prolungato di freddo sostenuto come quello di questi giorni. Mi aspetto comunque una stagione di media intensità”. Insomma, tutto lascia prevedere che la febbre ci accompagnerà anche nel periodo delle feste.

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