Non solo pharma, l’impatto di Merck in Italia (che punta su giovani e territori)

presentazione report Merck Italia
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Con una storia nel pharma che risale a 350 anni fa, la tedesca Merck è da oltre un secolo in Italia e punta a restarci, alimentando produzione e ricerca e investendo su giovani e territori. Nel 2022 ha realizzato ricavi per 1,24 mld di euro, contribuendo al Pil del Paese per 403 mln di euro e piazzandosi fa le Top-50 anziende manifatturiere (e al sesto posto fra le multinazionali farmaceutiche a capitale estero), con un approccio attento a gender equality, work life balance e sostenibilità ambientale.

A dircelo è un nuovo report realizzato da The European House Ambrosetti per Merck Italia, che ha passato al microscopio l’impatto di 4 capitali dell’azienda – quello economico, sociale, cognitivo e ambientale – sul nostro sistema Paese. Secondo il modello, per ogni euro di valore aggiunto generato nel 2022 da Merck in Italia, si attiva un euro aggiuntivo sull’intera economia del Paese (nella foto un momento della presentazione del report).

Il valore dell’investimento

Vediamo allora qualche numero: Merck – presente in Piemonte, Lombardia, Lazio e Puglia – ha investito in Italia 319,5 milioni di euro tra il 2015 e il 2022, con un incremento del 6,5% (a fronte di un +3,3% della media del settore farmaceutico), un valore superiore all’intero finanziamento Pnrr per le startup. A colpire non è solo l’impegno in ricerca (23,8 milioni di euro di investimenti  annui in R&D), ma l’attenzione ai territori: nel sito produttivo di Modugno-Bari sono stati investiti 169,4 milioni di euro negli ultimi 8 anni. I farmaci confezionati in Puglia raggiungono 150 Paesi nel mondo, per un valore dell’export da 700 milioni di euro nel 2022.

“L’Italia è molto importante per la strategia europea e anche globale di Merck – ha sottolineato Jan Kirsten, presidente e amministratore delegato Healthcare di Merck Italia – In questo Paese abbiamo una presenza integrata e distintiva, in grado di creare valore per il Gruppo e per il territorio, con eccellenze nelle aree della produzione farmaceutica e della R&D. In questo ultimo ambito ci distinguiamo sia per i nostri contributi alla ricerca, con 85 studi clinici nell’ultimo triennio, sia per il livello dei nostri ricercatori. Tra questi, il 58% sono donne, a dimostrazione che Diversity & Inclusion, eccellenza e propensione all’innovazione vanno di pari passo.  Questi importanti risultati ci rendono orgogliosi”.

Lavoro di qualità e sempre più rosa

Gli occupati diretti di Merck Italia sono 1.190, ma per ogni persona direttamente impiegata, l’attività del Gruppo sostiene 2,2 ulteriori posti di lavoro nell’intera economia del Paese, contribuendo complessivamente all’occupazione di 3.754 persone, si legge nel report. Parliamo soprattutto di contratti a tempo indeterminato, passati negli ultimi 4 anni da un 95% a un 98%. Anche la quota di occupazione femminile sul totale degli occupati è superiore a tutti i benchmark.

Questa è un’azienda “rosa” – il 51,4% dei dipendenti è donna – che coltiva la leadership femminile: negli ultimi quattro anni Merck Italia ha incrementato la percentuale di donne in posizioni manageriali del 10,5%, arrivando al 43,3%, (la media italiana è del 29%). Non è un caso che siano state scelte figure femminili per le posizioni apicali dei suoi tre stabilimenti Healthcare e per la sede Life Science ed Electronics di Milano. Per le nuove assunzioni  – 210 negli ultimi quattro anni – Merck Italia ha tenuto in considerazione anche i giovani under 30 (34%).

Un approccio smart

Se lo smartworking è una realtà consolidata (vi ha fatto ricorso il 71% dei lavoratori nel 2022), per favorire l’equilibrio tra vita privata e lavoro l’azienda offre ai propri dipendenti anche orari flessibili e part time. Interessanti le iniziative mirate alla formazione e alla crescita delle nuove generazioni: progetti realizzati con il mondo accademico e scientifico per lo sviluppo di competenze e un network di talenti che si muovono in tutti i Paesi del mondo, con posizioni di crescente responsabilità.

Incrementare l’occupazione femminile è sicuramente un obiettivo desiderabile – ha spiegato alla presentazione del report Barbara Martini, docente di Politica economica all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e delegata del Rettore alle Pari Opportunità – ma incrementarla senza considerare in che settore le donne sono occupate non è necessariamente un bene. Raggiungere la parità di genere, infatti, vuol dire anche diminuire l’indice di segregazione, facendo in modo che le donne lavorino in settori in cui attualmente sono sottorappresentate. Ecco perché aziende che investono sulle donne, sui giovani e sulle competenze rappresentano un modello virtuoso, che può fungere da esempio anche per la filiera e per le realtà che operano nello stesso comparto”.

Oltre il pharma

Oncologia, neurologia e medicina generale (cardiologia, endocrinologia e fertilità) sono i settori di interesse per l’azienda, convinta però che la cura non si esaurisca con il trattamento farmacologico, ma sia altrettanto decisivo supportare il paziente e chi – scusate la ripetizione – se ne prende cura.

Per questo Merck in Italia utilizza sempre di più canali di comunicazione e modalità diversificate e innovative, nella convinzione che chi si impegna per la salute della collettività non debba trascurare le dinamiche sociali ed i bisogni insoddisfatti.

Un business sostenibile

In questi anni nel pharma è aumentata l’attenzione all’ambiente, ma quali sono le conseguenze delle politiche adottate dalle imprese? In Italia tra il 2020 e il 2022 le emissioni di CO2 di Merck sono calate del 27,6%, i consumi elettrici del 2,5% e i consumi idrici del 3,7%. Complessivamente il valore monetario di questi risultati nell’ultimo triennio è stato quantificato in circa 1,8 milioni di euro. Tra il 2019 e il 2022 l’azienda ha inoltre riciclato circa il 70% dei rifiuti prodotti.

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