Tutte le novità sul colesterolo dal Congresso Sic

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Cuore protagonista. Si dice spesso che la narrazione della scienza deve essere coinvolgente. E che occorre togliere i termini in medichese quando si parla di malati e malattie, per poter finalmente giungere ad una conoscenza diffusa nella popolazione. Ebbene, se l’obiettivo finale della divulgazione scientifica deve diventare il coinvolgimento del lettore, a prescindere dal suo livello culturale, la possibilità di renderlo protagonista (per interposta persona) all’interno di una vicenda scientifica diventa irrinunciabile. Così, di volta in volta, chi legge può comprendere quanto e come occorra scavare in fondo la psicologia di una persona per scoprire che un infarto può diventare figlio dell’assunzione di cocaina mai rivelata, o che anche semplicemente “urlando” per manifestare la propria paura si possono far giungere i soccorsi e mettere in atto nel frattempo le manovre necessarie per mantenere la circolazione in caso di arresto cardiaco.

Per chi vuole viaggiare fra storie di ordinaria cardiologia, figlie dell’esperienza di un grande esperto che non lesina certo i consigli per mantenersi in salute, il consiglio è quello di leggere tutto d’un fiato “Batticuore” (Edizioni Rubbettino) di Ciro Indolfi, presidente della Federazione Italiana di Cardiologia.

Il libro è stato presentato in occasione dell’apertura del Congresso della Società Italiana di Cardiologia (SIC) a Roma, che ha una volta di più mostrato come questa disciplina sia il frutto di un magico incontro tra umanità e tecnologia, magistralmente mescolate dal cardiologo scrittore.

E soprattutto ha messo in luce come la ricerca stia offrendo opportunità per affrontare anche dinamiche patologiche che spesso vengono sottovalutate più o meno colpevolmente dalle persone.
Un esempio? Pensate al colesterolo LDL o cattivo. Le storie di real life sui nuovi farmaci raccontano di realtà nuove da esplorare e di risultati davvero eccellenti, a fronte di una sostanziale sottovalutazione da parte di molte persone dei rischi correlati al mancato, tempestivo raggiungimento di valori ridotti di questo parametro.

Come racconta Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC e direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli, stando ai dati su quasi 800 persone in 28 centri italiani somministrando i medicinali anti-PCSK9 subito dopo un infarto già in ospedale insieme ai trattamenti convenzionali, si ottiene rapidamente un crollo dei valori di colesterolo.

“I pazienti arruolati, al momento della prima prescrizione di anti-PCSK9, avevano valori di colesterolo LDL in media di 137 mg/dl, raggiungendo dopo poco più di un mese 45 mg/dl, valore che si conservava stabile fino all’ultimo controllo”, racconta l’esperto. Colpire forte e colpire presto, quindi è molto importante. Così come conta fa calare drasticamente i valori di LDL con trattamenti fortemente attivi come segnala, sempre dalla real-life, il registro Cholinet sui trattamento con Inclisiran. I

Il farmaco, disponibile attualmente in nove regioni italiane con il recente accesso in Veneto e Toscana, punta a “spegnere” l’mRNA che porta le informazioni utili alla proteina PCSK9, implicata nel trasporto e nella distruzione dei recettori che catturano il colesterolo.

L’indagine condotta in 30 centri interessa 311 pazienti seguiti in ambulatorio per un anno, a cui è stata somministrata la prima dose del nuovo farmaco, in aggiunta alla terapia orale standard. Segnala anche il presidente Sic: “I pazienti arruolati, al momento della prima somministrazione, avevano valori di colesterolo LDL in media di 112 mg/dl, raggiungendo 50 mg/dl al primo controllo a 3 mesi”.

Il tutto, ovviamente, con un’aderenza terapeutica massima. Perché anche questa è una sfida sanitaria importante: quasi una persona su due non riesce a seguire bene la terapia tradizionale con le statine a un anno dalla prescrizione. Ma soprattutto, la stragrande maggioranza degli italiani over 50 presenta valori molto al di sopra di quelli consigliati, responsabili di circa 50.000 decessi l’anno, con una spesa sanitaria che arriva a 16 miliardi per costi diretti e indiretti.

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